Alopecia areata: cause, sintomi e trattamento

10 Giugno 2024

Alopecia-areata

Definizione

L’alopecia areata è una malattia cronica immuno-mediata che provoca un’improvvisa perdita di capelli “a mo’ di chiazza” sul cuoio capelluto e talvolta su altre parti del corpo.

Tuttavia, questa malattia non determina cicatrici, né alcun danno permanente al follicolo pilifero, la struttura epidermica al cui interno cresce il capello, e pertanto, nella maggior parte dei casi, i suoi effetti non sono irreversibili.

Epidemiologia

L’alopecia areata è una malattia presente in tutto il mondo con una prevalenza odierna stimata di circa 1 persona su 1000 e con un rischio di svilupparla nel corso della vita di circa il 2%.

Si calcola infatti che circa 1 persona su 50 soffrirà di alopecia areata nel corso della propria vita. 

La probabilità che l’evento accada è la stessa sia negli uomini sia nelle donne di tutte le etnie: dell’alopecia femminile abbiamo già parlato in questo articolo precedente. La condizione, inoltre, può presentarsi a qualsiasi età, sebbene la maggior parte delle persone sviluppi l’alopecia areata per la prima volta entro i 30 anni.

Patogenesi

La patogenesi dell’alopecia, ovvero il meccanismo che porta all’origine di questo fenomeno, non è stata ancora ben chiarita.

Ad oggi si sa che l’alopecia areata è una malattia autoimmune in cui – per ragioni tuttora non chiare alla scienza – il sistema immunitario attacca erroneamente i follicoli piliferi. Fortunatamente, questi ultimi mantengono la capacità di far ricrescere i capelli e nella maggior parte dei casi la caduta dei capelli non è permanente

In particolare, i follicoli piliferi che sono in fase di crescita (anagen) passano prematuramente nella fase non proliferativa (catagen) e in quella di riposo (telogen), con caduta improvvisa dei capelli e inibizione della ricrescita dei capelli. Il processo infiammatorio nell’alopecia areata non porta però alla distruzione permanente del follicolo pilifero, che mantiene quindi una propria capacità di ripresa.

Caratteristiche cliniche dell’alopecia areata

L’alopecia areata si verifica più comunemente sul cuoio capelluto, ma può verificarsi su qualsiasi area provvista di peli, come ciglia, sopracciglia, barba, braccia o altre aree.

Le chiazze si manifestano come aree lisce, circolari e discrete di diverse dimensioni che, talvolta, possono anche confluire l’una nell’altra. La caduta completa dei capelli, generalmente asintomatica e che si sviluppa nell’arco di poche settimane, è la variante clinica più comune.

Le macchie possono rimanere discrete oppure allargarsi e fondersi in schemi bizzarri.

In alcuni pazienti, l’alopecia a chiazze progredisce in alopecia totalis (perdita totale dei capelli del cuoio capelluto) o alopecia universalis (perdita di tutti i peli sull’intera superficie cutanea).

Negli uomini, l’interessamento della barba può essere l’unica ma anche la prima manifestazione dell’alopecia, che poi interesserà in seguito anche il cuoio capelluto. Su Doctorium abbiamo già approfondito le caratteristiche dettagliate dell’alopecia in un altro articolo precedente.

Impatto sociale dell’alopecia

Alcuni pazienti manifestano un comprensibile disagio psicosociale nel perdere i capelli (o i peli di sopracciglia, barba ecc.) soprattutto se l’alopecia interessa gran parte del cuoio capelluto e influenza la propria percezione estetica nella vita quotidiana.

In questo caso, è consigliato parlare con uno psicologo o uno psichiatra circa le emozioni e i sentimenti che si stanno provando in relazione a questa esperienza negativa.

In questo modo è possibile ricevere un supporto psicologico che possa aiutare nella gestione della malattia, magari in parallelo al suo trattamento.

Progressione della malattia

In primo luogo, c’è da dire che la ricrescita spontanea dei capelli è comune e soprattutto che circa il 50% dei pazienti presenta chiazze limitate.

Generalmente la caduta dei capelli si limita e si ripristina in modo del tutto autonomo entro un anno, anche se la maggior parte dei pazienti manifesterà più di un episodio della malattia nel corso della vita.

I pazienti possono anche presentare contemporaneamente aree persistenti di alopecia e aree con ricrescita; quest’ultima a volte inizia con capelli fini e bianchi. 

Purtroppo, in una certa percentuale di pazienti, l’alopecia areata può anche persistere per diversi anni o persino indefinitamente, mentre un’altra percentuale di pazienti (fortunatamente piccola) progredisce verso l’alopecia totale o l’alopecia universale che, come abbiamo visto, coinvolge rispettivamente l’intero scalpo e addirittura l’intera superficie corporea.

Alcuni fattori in particolare sono stati associati ad un aumento del rischio di prognosi sfavorevole o elevata probabilità di recidiva:

  • Ssordio della malattia nell’infanzia;
  • Malattia in forma grave, in particolare alopecia totalis o alopecia universalis;
  • Durata delle chiazze superiore a un anno;
  • Coinvolgimento a fascia del cuoio capelluto, con interessamento della zona temporale e occipitale;
  • Coinvolgimento delle unghie (onicodistrofia);
  • Atopia, ovvero la predisposizione genetica a sviluppare alcune reazioni anafilattiche;
  • Anamnesi familiare di alopecia areata.

Diagnosi

Per diagnosticare questa malattia sono sufficienti l’anamnesi del paziente e l’esame obiettivo. Le principali caratteristiche cliniche che dovrebbero far sorgere il sospetto di alopecia areata includono:

  • La presenza di zone dello scalpo lisce e discrete;
  • Una rapida caduta dei capelli con eritema assente o minimo. 

La biopsia, ovvero la rimozione di un campione di tessuto per lo studio, solitamente non è necessaria.

Ciò che è importante fare è la diagnosi differenziale dell’alopecia con le altre patologie che causano caduta dei capelli non diffusa, e tra queste meritano attenzione: l’alopecia androgenetica; l’alopecia cicatriziale; la sifilide secondaria; la tinea capitis; l’alopecia triangolare o la tricotillomania (un disturbo psicologico che porta a strapparsi peli e capelli).

Inoltre, occorre indagare eventuali altri problemi dermatologici e non, che molti studi scientifici hanno trovato spesso collegati con l’alopecia: la vitiligine, il lupus eritematosola psoriasila dermatite atopica, le malattie della tiroide ​​e la rinite allergica sono tra le più frequenti.

Trattamento dell’alopecia

L’approccio terapeutico iniziale si basa soprattutto sul livello di gravità dell’alopecia, identificabile in tre stadi della malattia:

  • Perdita di capelli limitata e irregolare;
  • Perdita inferiore al 50% dei capelli del cuoio capelluto;
  • Perdita di capelli estesa con interessamento di oltre il 50% dei capelli del cuoio capelluto.

Trattamento dell’alopecia non estesa

Nel caso in cui l’alopecia sia caratterizzata da una perdita di capelli limitata e irregolare, l’uso dei corticosteroidi con iniezione intralesionale è una delle soluzioni iniziali da preferirsi.

Il trattamento potrebbe essere ripetuto secondo le singole necessità ogni 4-6 settimane e dev’essere interrotto una volta terminata la ricrescita completa dei capelli. Nei pazienti che rispondono alla terapia, la ricrescita è solitamente visibile entro 6-8 settimane

I bambini o i pazienti che non tollerano le iniezioni possono invece essere trattati con corticosteroidi topici, che vengono applicati sulle aree interessate anche più volte al giorno. Se l’alopecia interessa una vasta area del cuoio capelluto, è preferibile trattare l’intero scalpo.

Particolare attenzione è richiesta con l’uso dei corticosteroidi topici ad alta potenza su barba e sopracciglia: essi possono determinare atrofia cutanea in queste zone di maggiore sensibilità.

Per tale motivo, il trattamento deve durare solo quanto necessario. In ogni caso, se non si ottiene alcuna risposta dopo sei mesi, lo stesso dev’essere interrotto valutando trattamenti alternativi.

Altre terapie locali nell’alopecia non estesa

Tra le altre terapie locali valutate per l’alopecia areata vi sono l’uso topico di Minoxidil; l’utilizzo del laser ad eccimeri; il plasma ricco di piastrine e la fotochemioterapia. L’efficacia di queste terapie non è però ancora ben documentata. 

Alcuni studi randomizzati sul Minoxidil hanno provato il beneficio di questo farmaco nei pazienti con alopecia areata limitata. Il Minoxidil non sembra essere efficace nei pazienti con interessamento totale del cuoio capelluto.

Il Minoxidil topico viene utilizzato due volte al giorno da solo o in combinazione con i corticosteroidi intralesionali o topici. La soluzione al 5% di Minoxidil sembra più efficace della soluzione al 2%. Quando utilizzato, il Minoxidil dovrebbe essere provato per tre mesi prima di valutare la sua vera efficacia.

Il plasma ricco di piastrine contiene fattori di crescita importanti per la proliferazione e la differenziazione cellulare e ha proprietà antinfiammatorie utili nell’alopecia areata.

La terapia con plasma è stata associata a una ricrescita dei capelli e, proprio per la sua proprietà antinfiammatoria, alla riduzione dei sintomi di bruciore e prurito nelle zone trattate.

Il laser ad eccimeri emette luce ultravioletta B monocromatica (UVB) a lunghezza d’onda di 308 nm. Si ritiene che il suo meccanismo d’azione nell’alopecia areata sia da ricollegarsi all’induzione dell’apoptosi delle cellule T.

La terapia con psoralene più fotochemioterapia ultravioletta A (PUVA) comporta la somministrazione topica o orale di uno psoralene, un agente fotosensibilizzante presente in natura in alcune piante, seguita dall’esposizione alla luce ultravioletta A (UVA). Diversi studi suggeriscono tassi di efficacia del 60-65%, sebbene con un altrettanto alto tasso di recidiva.

Trattamento dell’alopecia estesa

Grazie alla ricerca, oggi abbiamo a disposizione altri farmaci utili nella terapia dell’alopecia totalis o universalis, e comunque nelle forme estese. 

L’immunoterapia topica prevede l’applicazione di un potente allergene nell’area interessata per accelerare la ricrescita dei capelli. La procedura viene solitamente eseguita da dermatologi esperti.

Il meccanismo di efficacia dell’immunoterapia topica è sconosciuto, ma si ritiene che un effetto immunomodulatore sull’infiltrato infiammatorio che circonda i follicoli piliferi colpiti svolga un ruolo chiave.dv

Occorre ancora menzionare l’uso dei corticosteroidi per via sistemica, occasionalmente prescritti come misura temporanea per rallentare la progressiva ed estesa perdita di capelli di alcuni pazienti. Dopo il completamento della terapia con glucocorticoidi per via sistemica, questi pazienti vengono trasferiti a un inibitore JAK, ad un’immunoterapia topica o una terapia alternativa.

Tuttavia, sebbene i glucocorticoidi sistemici sembrino stimolare la crescita dei capelli, gli effetti avversi associati a questi agenti limitano la durata della terapia e la recidiva della caduta dei capelli si verifica frequentemente dopo l’interruzione del trattamento.

Uno studio prospettico, condotto su 32 bambini e adulti con alopecia areata, inclusi 16 pazienti con alopecia totale o universale, ha verificato l’efficacia dell’assunzione di prednisone con dosaggio a scalare. Dopo sei settimane, 13 pazienti hanno raggiunto almeno il 50% di ricrescita dei capelli, inclusi quattro pazienti che partivano con una perdita di capelli che interessava dal 75 al 99% dello scalpo e quattro pazienti con alopecia universale. Due pazienti sono però peggiorati durante la terapia.

Nuovi farmaci biologici e immunosoppressori per l’alopecia areata

Se i corticosteroidi topici o intralesionali sono da preferirsi in caso di alopecia limitata, l’assunzione orale di BaricitinibRitlecitinib e/o l’immunoterapia topica è una delle terapie iniziali di scelta per gli adulti con alopecia areata estesa, generalmente con interessamento di più del 50% dello scalpo. 

Baricitinib e Ritlecitinib sono inibitori di una proteina chiamata Janus chinasi (JAK). Sebbene altri inibitori di JAK siano stati utilizzati per il trattamento dell’alopecia areata, ampi studi randomizzati hanno dimostrato l’efficacia dell’uso orale di Baricitinib e Ritlecitinib, i quali sono anche gli unici farmaci approvati per l’alopecia areata sia dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense sia dall’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA).

In ultimo, abbiamo gli immunosoppressori utilizzati occasionalmente per i pazienti refrattari alle terapie precedenti. Questa categoria comprende il Metotrexato, l’Azatioprina e la Ciclosporina.

I dati sull’efficacia di queste terapie sono limitati e il trattamento con questi farmaci richiede uno stretto monitoraggio di laboratorio a causa delle potenziali tossicità.

Nel momento in cui scriviamo, uno studio di fase due suggerisce il beneficio della terapia dell’alopecia areata con il Dupilumab.

Il Dupilumab è un anticorpo monoclonale approvato per malattie come la dermatite atopica (ne abbiamo già parlato qui).

Ad oggi sono stati riportati casi di miglioramento nel gruppo di pazienti che adoperano questo farmaco, ma sono ancora necessari ulteriori studi per determinare l’effettiva efficacia di Dupilumab nell’alopecia areata.

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