Dermatite atopica: ogni paziente costa 4.284 euro/anno
5 Luglio 2022
La dermatite atopica colpisce il 2-5% della popolazione e, secondo uno studio del CEIS, presentato durante il webinar “Dermatite Atopica: tra impatto economico e qualità della vita”, costa ad ogni paziente tra i 4.284 ai 6.268€ all’anno. Vediamo lo studio nel dettaglio.
La dermatite atopica: una patologia piuttosto costosa
La dermatite atopica è un’infiammazione della pelle caratterizzata da forte prurito, cute particolarmente secca, iperattiva e sensibile e arrossamenti ben visibili soprattutto su braccia, gambe, piedi, viso, collo e torace. Questa fastidiosa problematica colpisce il 2-5% della popolazione, soprattutto in età adulta, e circa il 20% dei bambini.
Si tratta, inoltre, di una patologia che richiede cure e trattamenti piuttosto costosi per il paziente che è affetto. Durante il webinar “Dermatite Atopica: tra impatto economico e qualità della vita”, organizzato dall’EEhta del CEIS con il patrocinio della Sitha (Società Italiana di Health Technology Assessment) e il contributo del gruppo farmaceutico Sanofi, è stato presentato un recente studio del Ceis, secondo il quale il costo medio annuo per ogni singolo paziente affetto da dermatite atopica è di 4.284€, prezzo che può salire fino ai 6.268€ tra i pazienti compresi tra i 46 e 60 anni. In aggiunta, nei casi più gravi, i costi potrebbero anche superare i 20.000€ a paziente all’anno.
I dati elaborati dalla ricerca non comprendono solamente i costi per le cure e i trattamenti, ma anche i costi indiretti, ovvero quelli legati alla perdita di produttività e alle giornate di lavoro perse a causa dei sintomi di questa patologia. Secondo Giampiero Girolomoni, direttore dell’UOC Dermatologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, infatti, la dermatite atopica può avere pesanti ricadute sul benessere emotivo e sociale, nonché un impatto notevole sulla qualità della vita. Il prurito che la caratterizza condiziona in modo drammatico ogni aspetto della quotidianità, in particolar modo la vita sociale e lavorativa dei giovani. Per questa ragione, secondo Girolomoni, serve una medicina “illuminata”, in grado di seguire il paziente lungo tutto il suo percorso: ciò significa individuare nuove modalità di intervento precoce e trattamenti appropriati, che possano fare la differenza sia per la salute dei pazienti, sia per i costi che devono sostenere.