Sindrome dell’ovaio policistico, tutto quello che bisogna sapere

16 Dicembre 2021

Ovaio policistico, sindrome dell'ovaio policistico
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Che cos’è la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS)

La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è una malattia dell’ovaio caratterizzata da iperandrogenismo, disfunzione ovulatoria e la presenza di molte cisti all’ovaio. Ultimamente, si tratta dell’endocrinopatia femminile più comune nel mondo sviluppato.

È una malattia eterogenea, la cui fisiopatologia ed eziologia sono dibattute.

Nello specifico, la sindrome dell’ovaio policistico colpisce giovani donne, si presenta con oligo-ovulazione (che può portare a oligomenorrea), infertilità, acne e irsutismo. Ha anche notevoli sequele metaboliche, incluso un rischio elevato di diabete e fattori di rischio cardiovascolare, proprio per questo motivo il trattamento a lungo termine deve considerare anche questi fattori.

Come si presenta la sindrome dell’ovaio policistico

Le donne con sindrome dell’ovaio policistico presentano comunemente disturbi mestruali (dall’amenorrea al sanguinamento uterino disfunzionale) e infertilità (che si possono anche nell’endometriosi).

Molto frequenti sono i disturbi della pelle, in particolare quelli dovuti all’eccesso di androgeni periferici, come l’irsutismo e l’acne che vengono interpretati come patologie a sé stanti e per le quali si rivolgono a dermatologi.

Le donne con la sindrome dell’ovaio policistico sono spesso obese e per questo motivo bisogna fare diagnosi differenziale con altre sindromi come il binge eating disorder. Ovviamente l’aumento del peso dovuto alla menopausa, generalmente, è escluso per l’età.

Analogamente, una storia di aumento di peso può talvolta precedere l’insorgenza dell’oligomenorrea e dell’irsutismo, portando al sospetto che si tratti di una forma acquisita di sindrome dell’ovaio policistico secondaria all’obesità.

Altro disturbo molto frequente è l’alterazione del tono dell’umore e la depressione. Molte donne con PCOS soffrono infatti di bassa autostima a causa dell’obesità, dell’irsutismo deturpante e dell’infertilità.

Come si fa diagnosi: criteri di Rotterdam

Nello specifico, le componenti della sindrome dell’ovaio policistico vanno ricercate in tutte le ragazze obese utilizzando i seguenti criteri:

  • Oligo/anovulazione: specificamente oligomenorrea (1-2 mestruazioni negli ultimi 90 giorni) o amenorrea (mancanza di mestruazioni negli ultimi 90 giorni). In caso di eumenorrea con iperandrogenismo e/o PCO si deve dosare il progesterone al 20°-24° giorno (ripetuto almeno due volte);
  • Iperandrogenismo clinico: presenza di irsutismo e/o alopecia e/o acne;
  • Iperandrogenismo biochimico: quindi elevazione del testosterone libero e/o del deidroepiandrosterone solfato;
  • PCO: presenza di 12 o più follicoli di 2-9 mm di diametro in ogni ovaio e/o ovaio > 10 ml (volume ovarico = 0,5 x lunghezza x larghezza x spessore). L’ecografia transaddominale (e ove possibile transvaginale) dovrebbe essere eseguita al 3°-5° giorno del ciclo o random in caso di amenorrea, o al 3°-5° giorno di sanguinamento indotto da sospensione di progestinico.

Conseguenze cliniche della sindrome dell’ovaio policistico.

Sebbene le caratteristiche endocrine e riproduttive del disturbo possano migliorare con l’età, le anomalie metaboliche associate, in particolare l’intolleranza al glucosio, possono peggiorare con l’età.

Nello specifico, tra le sequele comuni della sindrome dell’ovaio policistico abbiamo l’infertilità dovuta alla disfunzione ovulatoria, le anomalie dell’unità pilosebacea, alcuni tumori ginecologici, il Diabete melito di tipo 2 e gestazionale e le malattie cardiovascolari.

Principi di trattamento

Il trattamento delle donne con sindrome dell’ovaio policistico tende ad essere basato sui sintomi, poiché ci sono poche terapie che affrontano la moltitudine di disturbi che affliggono le donne con PCOS.

Ci sono attualmente solo due terapie che affrontano i disturbi più comuni (ovvero infertilità, irsutismo, disturbi mestruali e obesità) e queste sono la perdita di peso (come risultato di una modifica dello stile di vita, terapia medica o chirurgica per ridurre il peso, o terapia con metformina).

Spesso è difficile trattare tutti i disturbi contemporaneamente e in particolare l’infertilità anovulatoria che l’irsutismo.

Alcune terapie possono anche essere controproducenti e quindi controindicate in questa situazione, ad esempio l’uso di contraccettivi orali perché bloccano l’ovulazione o l’uso di antiandrogeni perché potenzialmente teratogeni. A causa di questi enigmi nell’assistenza clinica, il trattamento tende a rientrare in due categorie: il trattamento dell’infertilità anovulatoria o il trattamento di mantenimento a lungo termine per i sintomi correlati alla PCOS (cioè irsutismo, disturbi mestruali, obesità, ecc.)

Bibliografia

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