Pet therapy: come gli animali da compagnia possono aiutare in varie condizioni patologiche

10 Dicembre 2020

Pet therapy
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Il termine “pet-therapy” si riferisce all’impiego degli animali da compagnia per curare specifiche malattie. L’effetto positivo che ne deriva è ben documentato, e recentemente si è osservato che gioca un ruolo significativo nella salute sia di persone affette da disturbi somatici che da disturbi mentali.

L’idea di utilizzare cani o altri animali come co-terapisti, con il ruolo di “mediatori emotivi” e “catalizzatori” di processi sociali, risale agli anni Sessanta ed è stata introdotta dallo psichiatra Boris Levinson.

Pet therapy ed anziani

La pet therapy può essere particolarmente utile per le persone anziane. La frequente presenza di disturbi cognitivi e dell’umore, sintomi psicotici e di ansia rende le persone anziane particolarmente adatte a trattamenti basati sulla motivazione affettivo-emotiva e sulla stimolazione psicologica. Alcuni studi hanno esplorato gli effetti della pet therapy su pazienti anziani dementi. Uno di questi ha dimostrato che la pet therapy ha un effetto positivo sui sintomi sia comportamentali che psicologici della demenza.

Un altro studio ha valutato gli effetti della pet therapy su pazienti anziani affetti da diverse patologie psichiatriche residenti in case di cura. I ricercatori si sono concentrati sulla valutazione delle funzioni cognitive, dell’umore e della percezione soggettiva della qualità della vita. I risultati ottenuti hanno mostrato che la pet therapy migliora del 50% i sintomi depressivi nei pazienti anziani. Inoltre, si è dimostrato che anche la qualità della vita auto-percepita migliora notevolmente. In questo studio è stato riscontrato un effetto clinicamente rilevante, sebbene marginalmente significativo, dell’intervento dell’animale domestico sulla funzione cognitiva. Altri studi invece non hanno riportato alcun effetto della pet therapy sul funzionamento cognitivo. Questi risultati discrepanti potrebbero essere spiegati facendo riferimento alle diverse caratteristiche socio-demografiche e cliniche delle popolazioni esaminate.

Pet therapy e disturbi mentali

Disturbo post-traumatico da stress (PTSD), disturbi d’ansia (incluso disturbo d’ansia generalizzato; GAD) e disturbo depressivo maggiore (MDD) sono patologie mentali comuni che spesso si associano a condizioni di disabilità, di diminuzione della qualità della vita, di aumento della mortalità e del carico economico. Il disturbo post-traumatico da stress si verifica in individui che hanno vissuto o sono stati spettatori un evento traumatico.

Il disturbo d’ansia generalizzato è caratterizzato da paura, preoccupazione persistente ed eccessiva. I sintomi della depressione clinica includono tristezza, insonnia, perdita di interesse per gli hobby e sentimenti di inutilità o senso di colpa. Il trattamento di queste patologie è spesso farmacologico (ad esempio, antidepressivi), ma viene impiegata anche la psicoterapia o una combinazione di entrambi gli approcci.

Diversi studi hanno mostrato che la presenza di un animale durante situazioni percepite come stressanti è capace di ridurre i livelli di ansia, la pressione sanguigna e il battito cardiaco.

Studi scientifici hanno evidenziato come il contatto fisico con un animale induca una riduzione dei livelli degli ormoni dello stress (cortisolo) nel sangue, aumentando le quantità di ormoni e neurotrasmettitori in grado di determinare emozioni positive (endorfine e dopamina).

Inoltre, attraverso la pet therapy, il paziente riesce a sviluppare e a mantenere una considerazione positiva di sé stesso; si sente accettato senza giudizi e senza lo stigma della patologia mentale. Tutto ciò è molto importante dato che l’isolamento sociale è sia una causa che un effetto della malattia mentale e che i malati mentali sono considerati uno dei gruppi sociali più isolati.

Pet therapy e disturbi dello spettro autistico

Secondo il DSM 5, per porre diagnosi di un disturbo dello spettro autistico, un individuo deve presentare:

A – Deficit persistente della comunicazione sociale e nell’interazione sociale in molteplici contesti;

B – Pattern di comportamento, interessi o attività ristretti, ripetitivi.

Questi problemi devono essere stati evidenti nella prima infanzia, causare una significativa compromissione del funzionamento e non essere spiegabili da disturbi intellettivi o ritardi nello sviluppo.

Si tratta quindi di una condizione complessa e individualizzata. Pertanto, è importante che le strategie terapeutiche siano dinamiche e adattabili alle esigenze dell’individuo. Tra queste vi è la pet therapy, in particolare con i cani.

Negli ultimi anni sono stati effettuati diversi studi che mostrano come l’impiego del cane a scopo terapeutico possa beneficiare i bambini con autismo in molti modi. Ad esempio, alcune ricerche scientifiche dimostrano che i cani possono aumentare il coinvolgimento dei bambini con autismo alla terapia. È stato anche dimostrato che i cani aumentano l’interazione e la comunicazione con il paziente e diminuiscono i comportamenti problematici e lo stress.

Inoltre, i cani da assistenza addestrati che vivono con il paziente offrono maggiore sicurezza ai bambini, migliorandone la comunicazione e l’interazione sociale.

Uno studio di Grandgeorge riporta un aumento dei comportamenti pro-sociali nei bambini con autismo dopo l’acquisizione di un animale domestico (cane, gatto, piccolo animale peloso). Dai dati raccolti è emerso che i genitori tendono ad incoraggiare interazioni, comportamenti di gioco, compagnia e responsabilità da parte dei propri figli proprio grazie alla presenza di un animaletto da accudire.

Pet therapy e pazienti oncologici

Il cancro è la seconda causa di morte a livello globale. La diagnosi di cancro e il successivo trattamento hanno conseguenze fisiche debilitanti e un concomitante disagio psicologico significativo. Quest’ultimo è responsabile della scarsa aderenza al trattamento terapeutico, aumentando così il rischio di morbilità e mortalità del paziente.

Sebbene importanti ricerche siano mirate al trattamento e all’eradicazione della malattia, vi è una continua necessità di strategie di intervento per affrontare il disagio psicologico e gli effetti collaterali correlati al cancro.

Gli interventi assistiti dagli animali, come la pet therapy, sono oggi considerati un trattamento complementare al cancro. Questi interventi possono essere suddivisi in due categorie: attività assistite da animali e terapie assistite da animali, entrambe rilevanti per i pazienti con cancro.

Le attività assistite da animali consistono in una breve interazione tra paziente e animale del tipo “incontra e saluta”. Invece, le terapie assistite da animali consistono in una serie di attività che hanno lo scopo di ottenere un determinato risultato, ad esempio, donne che hanno subito un intervento di mastectomia possono andare a cavallo con l’obiettivo di migliorare la qualità muscolare.

I risultati di diversi studi in oncologia hanno mostrato che tali iniziative hanno effetti positivi sia fisiologici che psicologici nei pazienti affetti da cancro.

Nel complesso, l’evidenza dei benefici delle attività assistite con animali in oncologia è promettente. Tuttavia, è necessaria una maggiore comprensione dell’impatto sulla salute e sul benessere dei pazienti. Questo obiettivo si può raggiungere solo grazie al supporto di studi ben progettati (ad esempio, studi randomizzati controllati). L’obiettivo finale è integrare la pet therapy a pieno titolo nelle strategie di trattamento complementare convalidato per la cura del cancro.

Bibliografia

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