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Pet therapy: come gli animali da compagnia possono aiutare in varie condizioni patologiche

Il termine “pet-therapy” si riferisce all’impiego degli animali da compagnia per curare specifiche malattie. L’effetto benefico che ne deriva è ben noto, recentemente si è visto infatti che va a giocare un importante ruolo salutare nei confronti sia di persone affette da disturbi somatici sia da disturbi mentali.

L’idea di impiegare cani o altri animali come co-terapisti, con il ruolo di “mediatori emotivi” e “catalizzatori” di processi sociali, risale agli anni Sessanta ed è stato introdotto dallo psichiatra Boris Levinson.

Pet therapy ed anziani

La pet therapy può essere particolarmente utile per le persone anziane.

La frequente concomitanza di disturbi cognitivi e dell’umore, sintomi psicotici e di ansia rendono le persone anziane particolarmente adatte a trattamenti basati sulla motivazione affettivo-emotiva e sulla stimolazione psicologica.

Sono stati effettuati alcuni studi che hanno esplorato gli effetti della pet therapy su pazienti anziani dementi. Uno di questi ha dimostrato che la pet therapy ha un effetto benefico sui sintomi sia comportamentali che psicologici della demenza. Un altro studio si è incentrato sulla valutazione degli effetti della  pet therapy su pazienti anziani affetti da diverse patologie psichiatriche residenti in casa di cura.

I ricercatori si sono concentrati sulla valutazione delle funzioni cognitive, l’umore e la percezione soggettiva della qualità della vita. I risultati ottenuti hanno mostrato che la pet therapy migliora del 50% i sintomi depressivi nei pazienti anziani. Inoltre si è dimostrato che anche la qualità della vita auto-percepita migliora notevolmente. In questo studio inoltre è stato riscontrato un effetto clinicamente rilevante, sebbene marginalmente significativo, dell’intervento dell’animale domestico sulla funzione cognitiva. Altri studi invece non hanno riportato alcun effetto della pet therapy sul funzionamento cognitivo.

Molto probabilmente questi risultati discrepanti possono essere spiegati facendo riferimento alle diverse caratteristiche socio-demografiche e cliniche delle popolazioni esaminate.

Pet therapy e disturbi mentali

Disturbo post-traumatico da stress (PTSD), disturbi d’ansia (incluso disturbo d’ansia generalizzato; GAD) e disturbo depressivo maggiore (MDD) sono patologie mentale molto diffuse che spesso si associano a condizioni di disabilità, di diminuzione della qualità della vita, di aumento della mortalità e del carico economico.

Il disturbo da stress post-traumatico si verifica in individui che hanno vissuto un evento traumatico, per esempio sono scampati alla morte, oppure hanno subito lesioni gravi, o sono vittime di violenza sessuale oppure sono stati spettatori di eventi particolarmente violenti ecc.

Il disturbo d’ansia generalizzato è caratterizzato da paura, preoccupazione persistente ed eccessiva. Infine, i sintomi della depressione clinica o depressione maggiore includono tristezza, insonnia, perdita di interesse per gli hobby e sentimenti di inutilità o senso di colpa. Il trattamento di queste patologie è spesso farmacologico (ad esempio, antidepressivi), ma viene impiegata anche la psicoterapia o una combinazione di entrambi gli approcci.

Diversi studi hanno mostrato che la sola presenza di un animale durante situazioni percepite come stressanti sia capace di ridurre i livelli di ansia, la pressione sanguigna e il battito cardiaco. Studi scientifici hanno mostrato come il contatto fisico con un animale induca una riduzione, nel sangue, dei livelli degli ormoni responsabili della risposta allo stress (cortisolo). Nello stesso momento esso causa un aumento delle quantità di ormoni e neurotrasmettitori in grado di determinare emozioni positive (endorfine e dopamina) e di ridurre l’ansia e lo stress. Ciò determina anche un miglioramento delle relazioni con gli altri e dell’umore (attraverso la stimolazione dell’ossitocina, un neuropeptide secreto dall’ipotalamo).

Inoltre si è visto che impiegando la pet therapy, il paziente riesce a sviluppare e a mantenere una considerazione positiva di sé stesso. Si sente infatti accettato dagli animali domestici senza giudizi e senza tener conto dello stigma che grava su di sé perché affetto da una patologia mentale.

I partecipanti ai vari studi effettuati sentivano che i loro animali domestici facilitavano la qualità e la quantità delle interazioni sociali esistenti. Creavano inoltre  nuove relazioni che agivano da ponte per il nutrimento emotivo. Tutto ciò è molto importante dato che l’isolamento sociale è sia una causa che un effetto della malattia mentale e che i malati mentali sono considerati uno dei gruppi sociali più isolati.

Pet therapy e disturbi dello spettro autistico

Secondo il DSM 5, per porre diagnosi di un disturbo dello spettro autistico, un individuo deve presentare:

A – Deficit persistente della comunicazione sociale e nell’interazione sociale in molteplici contesti;

B – Pattern di comportamento, interessi o attività ristretti, ripetitivi.

Questi problemi devono essere stati evidenti nella prima infanzia, causare una significativa compromissione del funzionamento e non essere spiegabili da disturbi intellettivi o ritardi nello sviluppo. Si tratta quindi di una condizione molto complessa e individualizzata, spesso associata ad altri disturbi dello sviluppo, che può creare sfide uniche nello sviluppo di programmi di trattamento efficaci. Pertanto, è importante che le strategie terapeutiche siano dinamiche e adattabili alle esigenze dell’individuo.

Tra queste vi è la pet therapy in particolare con i cani. Negli ultimi anni sono stati effettuati diversi studi che mostrano come l’impiego del cane a scopo terapeutico possa beneficiare i bambini con autismo in molti modi.

Ad esempio, alcune ricerche scientifiche dimostrano che i cani possono preparare i bambini con autismo alla terapia aumentando il coinvolgimento positivo con il terapeuta. È stato anche dimostrato che i cani aumentano l’interazione e la comunicazione con il paziente e diminuiscono i comportamenti problematici e lo stress. Inoltre si è visto che i cani da assistenza addestrati che abitano col paziente offrono maggiore sicurezza dei bambini, miglioramento della comunicazione e interazione sociale con altre persone e riduzione dell’ansia infantile.

Uno studio di Grandgeorge riporta un aumento dei comportamenti pro-sociali nei bambini con autismo dopo l’acquisizione di un animale domestico (cane, gatto, piccolo animale peloso), come misurato dalle interviste telefoniche dei genitori utilizzando l’Autism Diagnostic Interview-Revised (ADI-R).

Inoltre, dai dati raccolti tramite una serie di interviste effettuate ai genitori di bambini con autismo è emerso che i genitori tendono ad incoraggiare interazioni, comportamenti di gioco, compagnia e responsabilità da parte dei propri figli proprio grazie alla presenza di un animaletto da accudire. Si è visto poi in recenti studi come l’acquisizione di un cane da compagnia porti miglioramenti significativi anche ai genitori che si prendono cura di bambini con autismo.

Utilizzando valutazioni standardizzate dello stress genitoriale e del funzionamento familiare sono stati osservati miglioramenti significativi nelle famiglie che hanno acquisito un cane da compagnia già nel primo anno di proprietà, rispetto alle famiglie che non lo hanno.

Pet therapy e pazienti oncologici

Il cancro è la seconda causa di morte a livello globale. Purtroppo la diagnosi di cancro e il successivo trattamento hanno non solo conseguenze fisiche debilitanti, ma anche un concomitante disagio psicologico importante. Quest’ultimo è responsabile della scarsa l’aderenza al trattamento terapeutico che va così ad aumentare il rischio di morbilità e mortalità del paziente. Sebbene importanti ricerche siano mirate al trattamento e all’eradicazione della malattia, vi è una continua necessità di strategie di intervento per affrontare il disagio psicologico e gli effetti collaterali correlati al cancro.

Gli interventi assistiti dagli animali come appunto la pet therapy sono oggi considerati un trattamento complementare al cancro.

Questi interventi possono essere suddivisi in due categorie: attività assistite da animali e terapie assistite da animali, entrambe rilevanti per i pazienti con cancro. Le attività assistite da animali consistono in una breve interazione tra paziente e animale del tipo “incontra e saluta”. Invece le attività assistite da animali consistono in una serie di attività che hanno lo scopo di ottenere un determinato risultato, ad esempio, donne che hanno subito un intervento di mastectomia possono andare a cavallo con l’obiettivo di migliorare la qualità muscolare.

I risultati di diversi studi in oncologia hanno mostrato che le attività assistite da animali hanno effetti positivi sia fisiologici che psicologici nei pazienti affetti da cancro. In particolare, la saturazione di ossigeno è aumentata, la qualità della vita è migliorata, la soddisfazione percepita era alta e la depressione e altri stati d’animo negativi sono diminuiti tra i partecipanti alla ricerca.

Nel complesso, l’evidenza dei benefici delle attività assistite con animali in oncologia è promettente. È necessaria però una maggiore comprensione dell’impatto sulla salute e sul benessere dei pazienti. Tutto ciò si può ottenere solo grazie al supporto di studi ben progettati (ad esempio, studi randomizzati controllati).   L’obiettivo da raggiungere è far sì che la pet therapy entri a pieno titolo a far parte delle strategie di trattamento complementare ben convalidato per la cura del cancro.

Nota: Il contenuto del presente articolo non è inteso né raccomandato come sostituto di consigli, diagnosi o trattamenti medici. Pertanto è sempre necessario chiedere il parere di un medico in merito a qualsiasi domanda, condizione clinica, trattamento o argomento trattato nel presente documento. Doctorium non si assume nessuna responsabilità sull'utilizzo autonomo delle informazioni indicate.
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