La scabbia

10 Marzo 2024

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Dott. Andrea G. Di Stefano

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Introduzione

La scabbia è una delle condizioni dermatologiche più comuni e rappresenta una delle più frequenti malattie della pelle in molti paesi a basso e medio reddito. Si stima che a livello globale colpisca più di 400 milioni di persone ogni anno.

La situazione attuale della scabbia in italia: un fenomeno in crescita

La scabbia in Italia sta vivendo una fase di recrudescenza preoccupante che non può essere ignorata dalla comunità medica e dalla popolazione generale. I dati raccolti dalla Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse dipingono un quadro allarmante: in alcune regioni del nostro Paese si è registrato un incremento vertiginoso dei casi, con picchi che raggiungono il 750% in soli tre anni. Questa impennata non rappresenta un fenomeno isolato ma riflette una tendenza europea più ampia che vede l’Italia particolarmente colpita.

La regione Lazio e l’Emilia-Romagna emergono come aree critiche secondo studi pubblicati su riviste scientifiche internazionali di prestigio come Infectious Diseases of Poverty e Sexually Transmitted Infections. Bologna, in particolare, ha documentato una crescita esponenziale tra il 2020 e il 2023, periodo che coincide significativamente con l’era post-pandemica.

Questo incremento ha portato gli esperti a definire la scabbia una “emergente minaccia di salute pubblica”, classificazione che sottolinea la gravità della situazione e la necessità di interventi coordinati a livello nazionale.

Fattori scatenanti del boom post-pandemico in italia

Le cause dell’esplosione di casi di scabbia in Italia affondano le radici in una combinazione complessa di fattori sociali, economici e sanitari emersi prepotentemente durante e dopo la pandemia da COVID-19. Il periodo di lockdown ha creato condizioni particolarmente favorevoli alla diffusione del parassita: molte famiglie si sono trovate costrette a vivere in spazi ristretti per periodi prolungati, spesso in condizioni igienico-sanitarie compromesse dalla difficoltà di accesso ai servizi essenziali.

La ripresa del turismo di massa dopo le restrizioni pandemiche ha rappresentato un ulteriore acceleratore della trasmissione, con hotel, campeggi, ostelli e strutture ricettive che sono diventati involontari veicoli di diffusione dell’acaro. A proposito di estate e vacanze, potresti ritenere utile la lettura del nostro articolo “consigli medici per le vacanze“, per ridurre i rischi e godersi il viaggio in serenità.

L’aumentato turnover negli ospedali e nelle strutture sanitarie, dovuto alle pressioni del sistema sanitario durante l’emergenza, ha facilitato la trasmissione nosocomiale della scabbia.

Particolarmente colpite sono state le residenze socio-assistenziali, dove il 750% di aumento dei focolai registrato tra il 2020 e il 2023 testimonia la vulnerabilità di questi ambienti. La concentrazione di persone fragili, spesso immunocompromesse, unita alla necessità di contatti fisici ravvicinati per l’assistenza, ha creato le condizioni ideali per la proliferazione dell’infestazione.

Cause della scabbia

È causata dall’infestazione della pelle da parte di un acaro microscopico (Sarcoptes scabiei var. hominis), è caratterizzata da intenso prurito e manifestazioni papulo crostose.

Le femmine adulte degli acari della scabbia si insinuano nello strato superiore della pelle (epidermide) dove vivono e depositano le uova. Il microscopico acaro della scabbia si trasmette quasi sempre attraverso il contatto cutaneo diretto e prolungato con una persona già infestata.

Trasmissione della scabbia

La trasmissione della scabbia avviene principalmente attraverso il contatto diretto prolungato pelle a pelle con una persona infestata, un meccanismo che rende questa parassitosi particolarmente insidiosa e contagiosa negli ambienti comunitari.

È importante sapere che una persona infestata può diffondere la scabbia anche quando è completamente asintomatica, fenomeno che rappresenta una delle principali sfide nel controllo epidemiologico della malattia. Questo periodo di latenza, che può durare dalle 4 alle 6 settimane prima della comparsa dei primi sintomi, costituisce una finestra critica durante la quale la trasmissione può avvenire inconsapevolmente a numerosi contatti.

Meccanismi di trasmissione primari

Il contatto interpersonale diretto rappresenta la via principale di contagio, richiedendo tipicamente un contatto fisico prolungato di almeno 15-20 minuti per permettere il trasferimento dell’acaro da una persona all’altra.

Gli esseri umani costituiscono l’unica fonte di infestazione per la scabbia umana, mentre gli animali domestici o selvatici non possono trasmettere questa specifica variante del parassita, aspetto che distingue chiaramente la scabbia umana da altre forme di infestazioni cutanee.
La trasmissione sessuale rappresenta una modalità particolarmente frequente negli adulti, dove l’intimità e la durata del contatto creano condizioni ottimali per il passaggio dell’acaro.

La scabbia può essere trasmessa facilmente all’interno del nucleo familiare, dove la convivenza quotidiana, la condivisione di spazi comuni e i contatti fisici frequenti facilitano enormemente la diffusione del parassita. I partner sessuali di persone infestate presentano un rischio estremamente elevato di contrarre l’infestazione, rendendo necessario il trattamento simultaneo di entrambi i partner anche in caso di asintomaticità di uno dei due.

Trasmissione indiretta e ambientale

Sebbene meno comune, la trasmissione indiretta può verificarsi attraverso la condivisione di oggetti contaminati come biancheria da letto, asciugamani, vestiti e altri tessuti che sono stati a contatto prolungato con una persona infestata.

L’acaro della scabbia può sopravvivere fino a 48-72 ore su superfici tessili in condizioni ambientali favorevoli, anche se la sua vitalità diminuisce rapidamente lontano dal calore corporeo umano. Questa modalità di trasmissione assume particolare rilevanza nelle strutture comunitarie dove la condivisione di biancheria e oggetti personali è frequente.

Popolazioni e ambienti ad alto rischio

La scabbia rappresenta una condizione universale che colpisce persone di tutte le età, razze, etnie e classi sociali, sfatando il pregiudizio che la associa esclusivamente a condizioni di povertà o scarsa igiene personale. La malattia si manifesta con uguale frequenza nei paesi sviluppati e in quelli in via di sviluppo, anche se le modalità di trasmissione e l’impatto epidemiologico possono variare significativamente.

Gli ambienti di sovraffollamento costituiscono l’habitat ideale per la proliferazione e diffusione della scabbia, dove la promiscuità, la frequenza dei contatti fisici e spesso le condizioni igienico-sanitarie subottimali creano un cocktail esplosivo per la trasmissione. Le istituzioni residenziali come case di cura, residenze per anziani, istituti per disabili e strutture di lunga degenza rappresentano ambienti particolarmente vulnerabili, dove la necessità di assistenza fisica diretta e la presenza di popolazioni immunocompromesse amplificano il rischio di epidemie devastanti.

Contesti istituzionali critici

I carceri e gli istituti penitenziari costituiscono ambienti ad altissimo rischio per la trasmissione della scabbia, dove il sovraffollamento, la promiscuità forzata, lo stress psico-fisico e spesso l’inadeguatezza delle strutture sanitarie creano condizioni ideali per epidemie difficili da controllare. La popolazione carceraria presenta spesso fattori di rischio aggiuntivi come immunosoppressione, malnutrizione, presenza di altre patologie dermatologiche e difficoltà nell’accesso a cure mediche tempestive.

Le strutture per l’infanzia come asili nido, scuole materne, centri estivi e collegi rappresentano un altro ambiente critico per la diffusione della scabbia. I bambini piccoli hanno naturalmente comportamenti che facilitano la trasmissione: giochi di contatto, condivisione spontanea di oggetti, minore consapevolezza delle norme igieniche e tendenza a dormire insieme durante i riposi.
Il sistema immunitario ancora in sviluppo dei bambini e la loro pelle più delicata li rendono particolarmente suscettibili all’infestazione e alle sue complicanze.

Fattori favorenti la trasmissione

Le condizioni ambientali giocano un ruolo cruciale nella facilitazione della trasmissione: ambienti caldi e umidi favoriscono la sopravvivenza dell’acaro, mentre temperature elevate e bassa umidità ne riducono la vitalità. La stagionalità può influenzare la diffusione della scabbia, con picchi tipicamente osservati nei mesi invernali quando le persone trascorrono più tempo in ambienti chiusi e in stretto contatto.

Lo stress del sistema immunitario causato da altre patologie, malnutrizione, età avanzata o terapie immunosoppressive può aumentare significativamente la suscettibilità all’infestazione e la gravità delle manifestazioni cliniche.
Le condizioni socio-economiche precarie, pur non essendo una causa diretta, possono contribuire alla diffusione attraverso meccanismi indiretti come sovraffollamento abitativo, difficoltà nell’accesso alle cure mediche e ritardi nella diagnosi e nel trattamento.

Manifestazioni della scabbia

Gli acari della scabbia si insinuano sotto lo strato superiore della pelle per deporre le uova, provocando un intenso prurito.

Le caratteristiche lesioni sono le papule o i cunicoli in posizioni tipiche, compresi gli spazi interdigitali delle dita delle mani e dei piedi, polsi, glutei, seni nelle femmine e genitali. Nei bambini piccoli e negli anziani, le lesioni della scabbia possono essere presenti anche sui palmi delle mani, sulle piante dei piedi e sul cuoio capelluto.

Il prurito e la reazione cutanea causano insonnia, stigmatizzazione ed esclusione sociale, nonché assenteismo dalla scuola e dal lavoro, con conseguente riduzione del potenziale di apprendimento per i bambini e impatti economici per famiglie e comunità. La presenza di arrossamenti, pus o croste può indicare un’infezione batterica secondaria.

Diverse manifestazioni della Scabbia

Questa infezione batterica dovrebbe essere differenziata dalla scabbia crostosa, una forma grave dell’infestazione, caratterizzata da placche cutanee spesse e squamose.

Alcune persone immunocompromesse, anziane, disabili o debilitate sono a rischio di contrarre una forma grave di scabbia chiamata scabbia crostosa o norvegese.

Le persone affette da scabbia norvegese hanno spesse croste cutanee che contengono un numero notevole di acari e uova della scabbia.

Gli acari della scabbia crostosa non sono più aggressivi di quelli della scabbia non crostosa; sono però molto più numerosi (fino a 2 milioni per paziente). Poiché sono infestate da un gran numero di acari, le persone affette da scabbia crostosa sono molto più contagiose per le altre persone. Oltre a diffondere la scabbia attraverso un breve contatto diretto pelle a pelle, le persone con scabbia crostosa possono trasmettere la scabbia indirettamente contaminando oggetti come vestiti, biancheria da letto e mobili.

Molti neonati e bambini piccoli che sviluppano la scabbia sviluppano anche noduli infiltrati persistenti di colore bruno-rossastro, o scabbia nodulare, nelle pieghe della pelle e nelle parti coperte del corpo (ascelle, spalle, inguine, glutei e area genitale).

Queste lesioni rappresentano una reazione da ipersensibilità all’acaro della scabbia e può persistere per mesi nonostante la terapia. La forma nodulare può essere confusa con un’infestazione persistente di scabbia, con conseguente trattamento non necessario con scabicidi. La biopsia cutanea di queste lesioni può essere erroneamente interpretata come incontinentia pigmenti, ipersensibilità alle punture di insetti, dermatite da contatto, istiocitosi o linfoma.

La scabbia nodulare, tuttavia, è un termine relativamente non specifico che rappresenta una variante speciale della scabbia e comprende l’intero spettro di pazienti sia con la malattia attiva e sia adeguatamente trattata che presentano lesioni papulonodulari persistenti e gravemente pruriginose, che molto probabilmente derivano da una reazione di ipersensibilità cronica esagerata a fattori sconosciuti degli antigeni dell’acaro.

Complicazioni della scabbia

La scabbia è spesso complicata da un’infezione batterica della pelle (impetigine). A sua volta, l’impetigine può provocare ascessi, sepsi e infezioni invasive da batteri, più frequentemente Staphylococcus aureus e Streptococcus pyogenes, l’ultimo dei quali può provocare malattie renali e cardiache reumatiche.

Epidemiologia della scabbia

La scabbia colpisce le popolazioni più svantaggiate del mondo, in particolare le persone che vivono in condizioni di sovraffollamento e povertà, dalle comunità insulari del Pacifico alle favelas dell’America Latina, comunità remote e rurali in Africa e Australia, e popolazioni sfollate che vivono nei campi. In contesti poveri di risorse, la scabbia e le sue complicanze impongono costi importanti ai sistemi sanitari. Nei paesi ad alto reddito, i casi sono sporadici, ma le epidemie nelle istituzioni sanitarie e nelle comunità vulnerabili contribuiscono a costi economici significativi per i servizi sanitari nazionali.

Categorie a rischio e vulnerabilità specifiche nel contesto italiano

L’analisi delle categorie più vulnerabili alla scabbia in Italia rivela un quadro complesso che riflette le specificità socio-demografiche del nostro Paese. Bambini e adolescenti tra i 5 e i 18 anni rappresentano la fascia più esposta, principalmente a causa della frequentazione quotidiana di ambienti comunitari come scuole, palestre, centri sportivi e ricreativi dove il contatto fisico è frequente e prolungato. La particolare socialità dei giovani italiani, caratterizzata da stretti legami familiari e gruppi di amici molto coesi, facilita la trasmissione dell’acaro attraverso contatti diretti e condivisione di oggetti personali.

Gli anziani costituiscono un’altra categoria estremamente vulnerabile, specialmente quelli ricoverati nelle residenze socio-assistenziali dove si è registrato l’incremento più drammatico di casi. L’invecchiamento della popolazione italiana, con oltre il 23% di cittadini over 65, amplifica questa vulnerabilità.

Le persone con fragilità sociali rappresentano un gruppo eterogeneo ma particolarmente a rischio: senzatetto, migranti provenienti da Paesi dove la scabbia è endemica, persone che vivono in condizioni di sovraffollamento abitativo, situazione purtroppo comune in alcune aree urbane del nostro Paese dove il caro affitti spinge più famiglie a condividere spazi ridotti. Il fenomeno degli affitti in nero e delle case popolari sovraffollate crea microambienti ideali per la diffusione della scabbia, rendendo necessari interventi mirati di prevenzione e controllo.

Manifestazioni alternative della scabbia

Sfortunatamente, molti pazienti non presentano il quadro classico ma piuttosto un insieme di lesioni primarie mescolate o mimetizzate da escoriazioni, eczematizzazioni, croste e/o infezioni secondarie. Il forte prurito che accompagna la scabbia impiega dalle 4 alle 6 settimane per svilupparsi e si ritiene sia correlato a una reazione di ipersensibilità di tipo 4. 

Prima che si verifichi la sensibilizzazione, i cunicoli della scabbia potrebbero non essere portati all’attenzione del medico perché i sintomi possono essere minimi.

Nei neonati e nei bambini piccoli, la distribuzione può comprendere palmi delle mani, piante dei piedi, testa, collo e viso. Il cunicolo della scabbia, è considerato un segno patognomico della scabbia, purtroppo è riscontrabile solo nel 7-13% degli adulti.

Nei neonati e nei lattanti che non sono particolarmente in grado di grattarsi, manifestano sintomi aspecifici come inappetenza e irrequietezza che possono all’inizio non destare sospetti clinici.

Diagnosi differenziale

La diagnosi differenziale si pone con:

  • Orticaria papulare
  • Lichen planus
  • Eczema atopico
  • Acropustolosi infantile
  • Dermatite erpetiforme

L’eczema atopico viene spesso confuso con la scabbia. Questa malattia è caratterizzata da prurito ed eruzione vescicopapulare prevalentemente a livello delle pieghe flessorie.

Farmaci per la scabbia

I prodotti usati per trattare la scabbia sono chiamati scabicidi perché uccidono gli acari della scabbia; alcuni uccidono anche le uova. Gli scabicidi per il trattamento della scabbia umana sono disponibili solo su prescrizione medica; nessun prodotto “da banco” (senza prescrizione medica) è stato testato e approvato per gli esseri umani.

Seguire sempre attentamente le istruzioni fornite dal medico e dal farmacista, nonché quelle contenute nella scatola o stampate sull’etichetta. Quando si trattano adulti e bambini più grandi, una crema o una lozione scabicida viene applicata su tutte le aree del corpo, dal collo fino ai piedi e alle dita dei piedi; quando si trattano neonati e bambini piccoli, la crema o la lozione viene applicata anche sulla testa e sul collo.

Il farmaco deve essere lasciato sul corpo per il tempo consigliato prima di essere lavato via. Dopo il trattamento è necessario indossare abiti puliti. Oltre alla persona infestata, il trattamento è consigliato anche ai membri della famiglia e ai contatti sessuali.

Il principio attivo di scelta per neonati, bambini piccoli e donne incinte o che allattano è la crema di permetrina al 5% (non approvata per bambini di età inferiore a 2 mesi) che va applicata su tutta la testa, collo e corpo del neonato. Tutti i membri della famiglia dovrebbero essere trattati contemporaneamente. Due (o più) applicazioni, ciascuna a circa una settimana di distanza, possono essere necessarie per eliminare tutti gli acari, in particolare quando si tratta la scabbia crostosa (norvegese).

È stato dimostrato che una singola applicazione di crema di permetrina al 5% ha un tasso di guarigione compreso tra l’89% e il 92%. secondo vari studi. Gli antibiotici possono essere necessari per trattare l’infezione secondaria.

Curare la scabbia con ivermectina orale e topica

Studi off-label con ivermectina orale e topica suggeriscono che questo farmaco può essere un’alternativa efficace e sicura, soprattutto per la scabbia crostosa.

L’uso dell’ivermectina per il trattamento della scabbia non è stato associato ad effetti avversi gravi; sono necessari ulteriori dati riguardanti l’uso dell’ivermectina nei bambini di peso inferiore a 15 kg o di età inferiore a 5 anni. Pertanto, l’ivermectina non è raccomandata in questi gruppi. L’ivermectina è un substrato per la via del citocromo P450 e occorre prestare cautela nelle persone che assumono farmaci che inducono o inibiscono questa via. 

L’ivermectina limita l’attività ovicida, si consiglia pertanto di ripetere il trattamento dopo 1-2 settimane, con dose orale di 200 µ/kg. L’ingestione di cibo aumenta la biodisponibilità dell’ivermectina. Non è necessario un aggiustamento della dose nei pazienti con insufficienza renale.

Azioni da affiancare ai farmaci

Gli indumenti e la biancheria da letto devono essere lavati in lavatrice in acqua calda.
La polvere o l’aerosol insetticida devono essere riservati ai materiali che non possono essere lavati.
Il prurito di solito persiste per 4-6 settimane dopo il successo del trattamento con uno scabicida e può essere alleviato da blandi emollienti, antistaminici orali prima di coricarsi o steroidi topici. Ai bambini dovrebbe essere consentito di tornare all’asilo nido o a scuola dopo che il trattamento è stato completato.

La cosa più importante è che tutte le persone contaminate devono essere trattate contemporaneamente per prevenire la re-infestazione. Un nuovo trattamento può essere necessario se il prurito continua per più di 2-4 settimane dopo il trattamento o se continuano a comparire nuovi cunicoli o eruzioni cutanee.

La terapia corticosteroidea topica, intralesionale o sistemica può essere presa in considerazione per le persone con scabbia nodulare che presentano sintomi persistenti. Il trattamento dell’infezione batterica secondaria è importante. L’eruzione cutanea e il prurito possono persistere fino a 2-4 settimane dopo un trattamento efficace.

La scabbia deve essere gestita correttamente in conformità con le linee guida, a causa delle sue complicanze, come la glomerulonefrite acuta post streptococcica.

Prevenzione e controllo: strategie integrate per contenere l’epidemia

La prevenzione e il controllo della scabbia in Italia richiedono un approccio multidisciplinare che coinvolga autorità sanitarie, istituzioni educative, strutture socio-assistenziali e cittadini in un’azione coordinata e sistematica. L’educazione sanitaria rappresenta il pilastro fondamentale di qualsiasi strategia preventiva: è essenziale sensibilizzare la popolazione sui meccanismi di trasmissione, sui sintomi precoci e sull’importanza del trattamento tempestivo.

Le campagne informative dovrebbero sfatare i miti e i pregiudizi associati alla scabbia, chiarendo che può colpire persone di qualsiasi estrazione sociale e che non è necessariamente legata a condizioni di scarsa igiene.

Le istituzioni scolastiche devono implementare protocolli di sorveglianza attiva per identificare precocemente i casi sospetti e attivare immediatamente le procedure di controllo per evitare la diffusione nell’ambiente scolastico.
Particolare attenzione deve essere rivolta alle residenze socio-assistenziali, dove protocolli rigorosi di screening degli ospiti, formazione del personale e controllo ambientale possono prevenire le devastanti epidemie osservate negli ultimi anni.

La collaborazione tra medici di medicina generale, dermatologi e autorità sanitarie locali è fondamentale per garantire una diagnosi rapida e accurata e per coordinare il trattamento di tutti i contatti stretti. L’implementazione di sistemi di sorveglianza epidemiologica permetterebbe di monitorare l’evoluzione dell’epidemia e di adattare tempestivamente le strategie di controllo alle mutevoli caratteristiche della malattia.

Prospettive future e ricerca scientifica

Il futuro della lotta contro la scabbia in Italia si basa su un approccio innovativo che combina ricerca scientifica avanzata, sviluppo di nuove terapie e implementazione di strategie di salute pubblica evidence-based.

La ricerca italiana sta contribuendo significativamente alla comprensione dei meccanismi di resistenza dell’acaro, con studi molecolari che stanno identificando i geni e le proteine coinvolte nella resistenza ai farmaci tradizionali. Questi studi aprono la strada allo sviluppo di farmaci di nuova generazione capaci di superare i meccanismi di resistenza e di garantire un’efficacia terapeutica superiore.

Lo sviluppo di test diagnostici rapidi e accurati rappresenta un’altra frontiera della ricerca, con l’obiettivo di rendere la diagnosi di scabbia più accessibile e tempestiva anche nei setting di medicina generale.

L’applicazione delle tecnologie digitali alla sorveglianza epidemiologica potrebbe rivoluzionare la capacità di monitorare e prevedere le epidemie di scabbia, permettendo interventi preventivi mirati e tempestivi. La telemedicina e le applicazioni mobile potrebbero facilitare l’accesso alle cure dermatologiche specialistiche, particolarmente importante nelle aree rurali o svantaggiate del Paese.

La collaborazione internazionale rimane fondamentale per condividere conoscenze, esperienze e best practice nella gestione di questa problematica che, pur manifestandosi con caratteristiche locali specifiche, rappresenta una sfida globale che richiede risposte coordinate e innovative.

Sezione FAQ

  • Che cos’è la scabbia e come si contrae?
    La scabbia è una malattia infettiva della pelle causata dall’acaro Sarcoptes scabiei var. hominis. Si trasmette principalmente tramite contatto diretto e prolungato con una persona infetta.
  • Dove si può prendere la scabbia?
    La scabbia può essere contratta in ambienti affollati come ospedali, scuole, case di riposo, ma soprattutto tramite contatto diretto con persone infette.
  • Quali sono le cause che fanno venire la scabbia?
    La causa principale della scabbia è l’infestazione da acari, che si insinuano sotto la pelle causando prurito intenso e lesioni cutanee.
  • Chi porta la scabbia?
    La scabbia è portata da persone infette e, occasionalmente, da animali domestici che possono fungere da vettori degli acari.
  • Quali animali portano la scabbia?
    Cani e gatti possono avere forme specifiche di scabbia (rogna), ma la variante umana è principalmente trasmessa da persona a persona.
  • Come faccio a sapere se ho la scabbia?
    I sintomi principali della scabbia includono prurito intenso, specialmente di notte, e la presenza di piccole lesioni o tunnel sulla pelle, spesso tra le dita, sui polsi e sulle ascelle.
  • Dove colpisce la scabbia?
    La scabbia colpisce principalmente aree della pelle con pieghe o zone dove la pelle è sottile, come tra le dita, intorno alla vita, sotto le ascelle e nell’area genitale.

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