Emoglobina alta: cause, sintomi, valori e quando preoccuparsi

20 Dicembre 2025

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Come riconoscere i segnali e abbassare i valori in sicurezza

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Emoglobina alta

L’emoglobina alta è una condizione caratterizzata da valori superiori alla norma di emoglobina (indicata con le sigle Hb o Hgb negli esami del sangue), la proteina contenuta nei globuli rossi (eritrociti o RBC) che svolge una funzione vitale: trasportare l’ossigeno dai polmoni verso tutti i tessuti del corpo e riportare l’anidride carbonica dai tessuti ai polmoni per essere eliminata.

Quando i valori dell’emoglobina nel sangue risultano superiori ai range normali, si parla di emoglobina alta o iperemoglobinemia, una condizione che richiede attenzione medica perché può aumentare la viscosità del sangue e comportare rischi cardiovascolari significativi.

  • Valore considerato alto: >18 g/dL (uomo), >15 g/dL (donna)
  • Cause principali: Policitemia vera, altitudine elevata, disidratazione, fumo, malattie polmonari
  • Sintomi comuni: Mal di testa, vertigini, prurito acquagenico, arrossamento cutaneo, affaticamento
  • Esame diagnostico: Emocromo completo (analisi Hb/Hgb)
  • Trattamenti: Flebotomia terapeutica, farmaci citoriduttivi, ossigenoterapia, reidratazione

Che cosa significa avere l’emoglobina alta

Si definisce emoglobina elevata quando la concentrazione nel sangue supera i valori di riferimento stabiliti in base al sesso e all’età. L’emoglobina alta rappresenta un eccesso di questa proteina rispetto alle necessità fisiologiche dell’organismo.

Valori normali e valori alti dell’emoglobina

Negli adulti, i valori normali di emoglobina (che potete trovare nell’emocromo sotto le sigle Hb o Hgb) si attestano generalmente tra:

  • Uomini: 13,6 – 17,7 g/dL (grammi per decilitro)
  • Donne: 12,1 – 15,1 g/dL

Quando l’emoglobina è considerata alta?

I livelli vengono considerati elevati e potenzialmente preoccupanti quando superano:

  • 18 g/dL negli uomini
  • 15 g/dL nelle donne

Emoglobina alta: valori specifici e gravità

Valore Hb (g/dL)CondizioneAzione richiestaRischio
15-18 (donna) / 18-20 (uomo)Emoglobina leggermente altaMonitoraggio e controllo dopo 3-6 mesiBasso
18-20 (donna) / 20-22 (uomo)Emoglobina altaIndagini diagnostiche immediateModerato
>20 (entrambi i sessi)Emoglobina altissimaIntervento medico urgenteAlto-Critico

Valori specifici come emoglobina a 6emoglobina 7 o emoglobina 8 sono considerati pericolosamente bassi (anemia grave) e non rientrano nella casistica dell’emoglobina alta.

Differenze tra uomini e donne: emoglobina alta per sesso

Le donne hanno valori di riferimento inferiori (12-15 g/dL) rispetto agli uomini (13,6-17,7 g/dL) per ragioni fisiologiche legate al ciclo mestruale, alla gravidanza e ai diversi livelli ormonali. Un’emoglobina di 16 g/dL può essere considerata normale o appena superiore alla norma per un uomo, ma rappresenta emoglobina alta nelle donne e richiede valutazione medica.

Durante la gravidanza, i valori possono fisiologicamente diminuire per l’espansione del volume plasmatico, mentre in menopausa tendono a stabilizzarsi su livelli leggermente superiori rispetto all’età fertile.

Nei bambini, i valori normali dell’emoglobina per età variano notevolmente: alla nascita oscillano tra 13,5 e 24,0 g/dL, per poi ridursi progressivamente durante i primi mesi di vita e stabilizzarsi nell’infanzia.

Cause dell’emoglobina alta

Le cause di emoglobina alta sono numerose e si dividono in fattori fisiologici (temporanei e benigni) e patologici (che richiedono trattamento medico).

Cause fisiologiche dell’emoglobina alta

  • Altitudine elevata: Chi soggiorna per lunghi periodi in montagna, sopra i 2.500 metri, sperimenta un aumento dell’emoglobina naturale e fisiologico. La minore pressione di ossigeno nell’aria (ipossia) spinge l’organismo a produrre più globuli rossi per compensare e garantire un adeguato apporto di ossigeno ai tessuti. Questo fenomeno, chiamato acclimatazione, è quello che gli atleti professionisti sfruttano negli allenamenti in quota per migliorare le performance aerobiche. Una volta tornati a basse altitudini, i valori si normalizzano spontaneamente in 2-4 settimane.

  • Disidratazione: La perdita eccessiva di liquidi corporei (per sudorazione intensa durante attività fisica, vomito, diarrea, febbre prolungata o scarso apporto idrico) provoca un aumento relativo della concentrazione di emoglobina non perché vengano prodotti più eritrociti, ma perché diminuisce il volume del plasma sanguigno. Questa forma di emoglobina leggermente alta o emoglobina un po’ alta è transitoria e si risolve completamente con un’adeguata reidratazione nelle 24-48 ore successive.

  • Fumo di sigaretta: Il monossido di carbonio contenuto nel fumo di tabacco si lega all’emoglobina formando carbossiemoglobina, una molecola inattiva incapace di trasportare ossigeno. Il corpo reagisce a questa carenza funzionale aumentando la produzione di globuli rossi nel midollo osseo per compensare, causando un innalzamento cronico dei valori di emoglobina nei fumatori abituali. Smettere di fumare normalizza gradualmente i livelli nell’arco di 2-3 mesi.

Cause patologiche dell’emoglobina alta

  • Policitemia vera: Si tratta di una neoplasia mieloproliferativa cronica caratterizzata da una proliferazione incontrollata delle cellule staminali emopoietiche nel midollo osseo, con conseguente eccessiva produzione di globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. La policitemia vera è causata da mutazioni genetiche acquisite, principalmente del gene JAK2 (presente nel 95% dei casi), che portano a una produzione cellulare autonoma e indipendente dai normali segnali regolatori. Questa è la principale causa patologica dell’emoglobina alta e richiede trattamento ematologico specialistico. Quali sono i sintomi della policitemia? Includono prurito acquagenico intenso, colorito rubicondo, vertigini, cefalea e rischio trombotico elevato.

  • Malattie polmonari croniche: Patologie respiratorie come la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), l’enfisema polmonare, la fibrosi polmonare o le apnee notturne severe riducono l’ossigenazione del sangue (ipossiemia cronica). L’organismo risponde producendo più eritrociti e aumentando la secrezione di eritropoietina (l’ormone che stimola il midollo osseo a produrre globuli rossi), generando emoglobina e ematocrito alti come meccanismo compensatorio. Questo tipo di policitemia è detto “secondario” perché conseguente a un’altra patologia.

  • Cardiopatie congenite: Alcune malformazioni cardiache presenti dalla nascita (come tetralogia di Fallot, trasposizione dei grandi vasi o difetti settali complessi) riducono l’efficienza della circolazione polmonare e la saturazione di ossigeno nel sangue arterioso, stimolando un eccesso di globuli rossi cronico.

  • Tumori secernenti eritropoietina: Alcuni carcinomi renali, tumori epatici (epatocarcinoma), emangioblastomi cerebellari e tumori delle ghiandole surrenali possono produrre eritropoietina in eccesso o sostanze simili (eritropoietina ectopica), stimolando il midollo osseo a produrre globuli rossi in quantità anomala. Quale tumore fa alzare l’emoglobina? Principalmente i tumori renali e epatici. Ecco perché, quando l’emocromo mostra valori di globuli rossi alti senza cause evidenti, il medico può prescrivere ecografie addominali o TAC per escludere neoplasie occulte.

  • Uso di sostanze dopanti: L’eritropoietina sintetica (EPO ricombinante), utilizzata illegalmente da alcuni atleti nel doping sportivo, stimola artificialmente la produzione massiva di globuli rossi, causando emoglobina altissima e sangue estremamente denso con conseguenti rischi trombotici potenzialmente fatali.

  • Sindrome di Cushing e altre patologie endocrine: L’eccesso di cortisolo può stimolare la produzione di globuli rossi, così come alcune forme di ipertiroidismo possono contribuire all’aumento dell’emoglobina.

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Quando l’emoglobina è alta: sintomi e disturbi

Cosa comporta avere l’emoglobina alta? L’eccesso di globuli rossi nel sangue rende il sangue più viscoso e denso (iperviscosità ematica), ostacolando la normale circolazione attraverso i vasi sanguigni più piccoli. Che sintomi dà l’emoglobina alta? I disturbi dell’emoglobina alta variano in base alla gravità della condizione e alla causa sottostante.

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Manifestazioni neurologiche dell’iperviscosità ematica

Le complicanze neurologiche della policitemia derivano principalmente dall’iperviscosità del sangue dovuta all’aumento della massa eritrocitaria. Secondo uno studio pubblicato su Neurology (2021), le manifestazioni neurologiche si presentano nel 50-80% dei pazienti con policitemia vera, con sintomi direttamente correlati alla riduzione del flusso cerebrale causata dall’aumentata viscosità ematica. Una ricerca retrospettiva su 33 pazienti ha documentato che il 73% ha sviluppato sintomi neurologici durante l’evoluzione della malattia, con cefalea (51%), vertigini (36%) e parestesie (30%) come manifestazioni più frequenti.

L’iperviscosità provoca sludging microvascolare (rallentamento del flusso nei capillari cerebrali) che compromette l’ossigenazione neuronale, generando una costellazione di sintomi neurologici caratteristici:

  • Mal di testa persistente (cefalea cronica) e vertigini dovuti al ridotto flusso sanguigno cerebrale
  • Capogiri e sensazione di instabilità, soprattutto nei cambi di posizione
  • Disturbi della visione (offuscamento visivo, scotomi, visione a tunnel)
  • Formicolio e intorpidimento alle mani e ai piedi (parestesie e neuropatie periferiche)
  • Acufeni (fischi o ronzii nelle orecchie)
  • Difficoltà di concentrazione e confusione mentale nei casi gravi

Sintomi dermatologici e il prurito acquagenico

Le manifestazioni cutanee dell’emoglobina alta sono particolarmente caratteristiche e spesso rappresentano il primo segnale d’allarme della policitemia vera. Il prurito acquagenico — un prurito intenso scatenato dal contatto con acqua calda — è considerato un sintomo patognomonico (altamente specifico) della policitemia vera, presente nel 40-70% dei pazienti. Uno studio pubblicato su Archives of Dermatology (1993) (qui l’abstract su PubMed) ha documentato il caso di una paziente con prurito acquagenico come sintomo di presentazione: la biopsia cutanea ha rivelato infiltrazione di cellule mononucleate nel derma papillare ed epidermide dopo esposizione all’acqua, con risoluzione completa del prurito dopo flebotomia.

Il meccanismo patogenetico coinvolge basofili ipersensibili costitutivamente attivati (particolarmente nei pazienti con mutazione JAK2) che rilasciano istamina e prostaglandine attraverso l’attivazione della via JAK/STAT. I sintomi cutanei tipici includono:

  • Prurito intenso e insopportabile, specialmente dopo una doccia calda o un bagno (prurito acquagenico, caratteristico della policitemia vera)
  • Arrossamento marcato del viso e della pelle (colorito rubicondo, pletora)
  • Eritrosi palmare (arrossamento dei palmi delle mani)

Sintomi sistemici e astenia paradossa

Le manifestazioni sistemiche dell’emoglobina alta riflettono l’impatto dell’iperviscosità su tutto l’organismo. Paradossalmente, nonostante l’abbondanza di globuli rossi e ossigeno, i pazienti sperimentano affaticamento marcato (astenia) perché il sangue viscoso non riesce a perfondere efficacemente i tessuti periferici. Questo fenomeno di “ossigenazione inefficace” si verifica quando la velocità di flusso rallentata compromette la cessione dell’ossigeno a livello capillare, nonostante l’elevato contenuto arterioso di ossigeno.

I sintomi sistemici comprendono:

  • Affaticamento e debolezza (astenia marcata), paradossalmente causati dalla difficoltà circolatoria nonostante l’abbondanza di ossigeno
  • Dolori articolari (artralgie) e sensazione di bruciore alle estremità
  • Dispnea (difficoltà respiratoria) e respiro affannoso anche per sforzi modesti
  • Sudorazione notturna profusa
  • Perdita di peso involontaria (nei casi di policitemia vera avanzata)

Complicanze cardiovascolari e rischio trombotico

Le manifestazioni cardiovascolari rappresentano le complicanze più gravi dell’emoglobina alta. Secondo lo studio ECLAP (European Collaboration on Low-Dose Aspirin in Polycythemia Vera), che ha seguito 1.638 pazienti per una media di 2,7 anni, le complicanze cardiovascolari hanno rappresentato il 45% di tutte le cause di morte, principalmente per cardiopatia ischemica (15%), insufficienza cardiaca congestizia (8%) e ictus non emorragico (8%).

Gli eventi tromboembolici (TE) sono le complicanze più prevalenti: studi osservazionali recenti hanno identificato sindrome coronarica acuta, ictus, trombosi arteriosa cerebrovascolare e infarto miocardico acuto come gli eventi arteriosi più comuni, mentre trombosi venosa profonda, trombosi venosa splancnica, embolia polmonare e trombosi venosa superficiale sono gli eventi venosi più frequenti. Il rischio di eventi trombotici si verifica in circa un terzo dei pazienti con policitemia vera.

I sintomi cardiovascolari includono:

  • Palpitazioni e senso di oppressione toracica
  • Ipertensione arteriosa secondaria all’aumento della viscosità ematica

Quando il sangue è troppo denso (iperviscosità), il cuore fatica a pomparlo efficacemente attraverso l’apparato circolatorio, aumentando il carico di lavoro cardiaco e il rischio di insufficienza cardiaca. L’aumentata resistenza vascolare richiede una maggiore forza contrattile ventricolare, con conseguente ipertrofia miocardica progressiva e rischio di scompenso cardiaco nel lungo termine.

Segnali di allarme: quando contattare immediatamente il medico

Quando l’emoglobina alta è pericolosa? Richiedere assistenza medica urgente se compaiono:

  • Emoglobina superiore a 20 g/dL (emoglobina altissima)
  • Dolore toracico improvviso o mancanza di respiro acuta
  • Gonfiore, arrossamento e dolore improvviso a una gamba (possibile trombosi venosa profonda)
  • Confusione mentale, alterazioni della coscienza o deficit motori/sensitivi (possibile ictus)
  • Disturbi visivi improvvisi o perdita parziale della vista
  • Prurito insopportabile che non risponde agli antistaminici
  • Colorito cianotico (bluastro) delle estremità

Cosa si rischia con l’emoglobina alta: complicanze

rischi dell’emoglobina alta sono principalmente legati all’aumento della viscosità del sangue (iperviscosità ematica) e alla conseguente tendenza alla formazione di coaguli (stato protrombotico):

  • Trombosi venosa profonda ed embolia polmonare: Il sangue denso e viscoso scorre più lentamente nelle vene, favorendo la formazione di trombi (coaguli) che possono ostruire le vene profonde degli arti inferiori. Se un trombo si distacca dalla parete venosa e raggiunge i polmoni attraverso la circolazione, provoca un’embolia polmonare, condizione potenzialmente letale che richiede trattamento d’emergenza.

  • Ictus cerebrale ischemico: I coaguli possono raggiungere le arterie cerebrali causando ictus ischemici con conseguenti deficit neurologici permanenti (paralisi, afasia, perdita della vista). Il rischio di ictus nei pazienti con policitemia vera non trattata è 2-3 volte superiore rispetto alla popolazione generale.

  • Infarto miocardico: La formazione di trombi nelle arterie coronarie può provocare infarti del miocardio acuti, con danneggiamento irreversibile del muscolo cardiaco. Il rischio cardiovascolare complessivo nei pazienti con emoglobina cronicamente elevata è doppio rispetto ai soggetti con valori normali.

  • Ipertensione arteriosa: L’aumento del numero di globuli rossi incrementa la resistenza vascolare periferica e la pressione sanguigna, affaticando ulteriormente cuore e vasi. L’ipertensione può danneggiare reni, retina e sistema nervoso centrale nel lungo termine.

  • Insufficienza cardiaca congestizia: Il cuore, costretto a pompare sangue più viscoso contro resistenze maggiori, può sviluppare prima angina pectoris (dolore toracico da ischemia miocardica) e successivamente scompenso cardiaco cronico.

  • Emorragie paradosse: Nei casi di policitemia vera, l’alterazione qualitativa e quantitativa delle piastrine può interferire paradossalmente con i normali meccanismi di coagulazione, causando sanguinamenti gravi da naso (epistassi), gengive, tratto gastrointestinale o cerebrale. Questo fenomeno controintuitivo rappresenta una delle complicanze più temibili della policitemia non controllata.

  • Trasformazione in leucemia acuta: La policitemia vera, se non adeguatamente trattata, può evolvere in mielofibrosi (fibrosi del midollo osseo) o, in rari casi (1-3%), trasformarsi in leucemia mieloide acuta.

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Come si diagnostica l’emoglobina alta

La diagnosi di emoglobina alta si basa principalmente sull’emocromo completo (o esame emocromocitometrico), ottenuto tramite un semplice prelievo di sangue venoso. Che cosa è l’esame dell’emoglobina? È parte integrante dell’emocromo e misura la concentrazione di Hb/Hgb fornendo numerosi parametri correlati.

Parametri dell’emocromo per valutare l’emoglobina alta

Cosa indica l’emoglobina nelle analisi del sangue? L’emocromo Hb o Hgb fornisce:

  • Hb/Hgb (emoglobina totale): Concentrazione in grammi per decilitro (g/dL)
  • RBC (Red Blood Cells – conta dei globuli rossi o eritrociti): Numero di globuli rossi per microlitro
  • HCT (ematocrito): Percentuale di volume occupato dai globuli rossi rispetto al volume totale del sangue
  • MCV (Mean Corpuscular Volume – volume corpuscolare medio): Dimensione media dei globuli rossi
  • MCH (Mean Corpuscular Hemoglobin – contenuto medio di emoglobina per globulo rosso)
  • MCHC (Mean Corpuscular Hemoglobin Concentration – concentrazione media di emoglobina corpuscolare)

Cosa significa quando i globuli rossi sono alti? Valori elevati di RBC, associati a emoglobina e ematocrito alti, confermano la policitemia e richiedono approfondimenti diagnostici.

Esami di approfondimento

Quando i valori dell’emocromo sono preoccupanti e l’emoglobina risulta persistentemente elevata, il medico prescriverà ulteriori test per identificare la causa sottostante.

Secondo le linee guida britanniche della British Society for Haematology (BSH, 2019), la diagnosi di policitemia deve seguire un percorso diagnostico standardizzato che include la ricerca della mutazione JAK2, il dosaggio dell’eritropoietina e la biopsia osteomidollare nei casi dubbi, con particolare attenzione alla stratificazione del rischio trombotico del paziente.

Test genetici molecolari:

  • Ricerca della mutazione JAK2 V617F (presente nel 95% delle policitemia vera)
  • Mutazioni di CALR ed MPL (nei casi JAK2-negativi)

Dosaggi ormonali:

  • Dosaggio dell’eritropoietina sierica: Per valutare se l’ormone è prodotto in eccesso (aumentato nelle forme secondarie, ridotto nella policitemia vera)

Test di funzionalità polmonare:

  • Spirometria ed emogasanalisi arteriosa per valutare eventuali malattie polmonari croniche come BPCO o enfisema
  • Misurazione della saturazione di ossigeno (SpO2) a riposo e sotto sforzo

Polisonnografia:

  • Studio del sonno notturno per diagnosticare eventuali sindrome delle apnee ostruttive (OSAS) che causano ipossia intermittente

Diagnostica per immagini:

  • Ecografia addominale e TAC addome per escludere tumori renali, epatici o surrenalici secernenti eritropoietina
  • Risonanza magnetica cerebrale in caso di sintomi neurologici

Biopsia osteomidollare:

  • Nei casi dubbi o per confermare la diagnosi di policitemia vera, può essere necessario prelevare un campione di midollo osseo per analisi istologica

Come si cura l’emoglobina alta: trattamenti e terapie

Cosa fare se l’emoglobina è alta? Il trattamento dell’emoglobina elevata dipende strettamente dalla causa sottostante, dalla gravità della condizione e dal profilo di rischio del paziente.

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Trattamenti delle cause fisiologiche

  • Reidratazione: Se l’emoglobina alta è dovuta a disidratazione, è sufficiente reintegrare i liquidi persi bevendo acqua abbondante (2-3 litri al giorno) o, nei casi più gravi di disidratazione severa, ricevendo infusioni endovenose di soluzione fisiologica. I valori si normalizzano completamente entro 24-48 ore dalla corretta reidratazione.

  • Ossigenoterapia domiciliare: Nei pazienti con malattie polmonari croniche (BPCO, enfisema, fibrosi polmonare), la somministrazione continua o notturna di ossigeno supplementare attraverso cannule nasali o maschere aumenta la saturazione ematica, riducendo lo stimolo ipossico alla produzione di nuovi globuli rossi e normalizzando gradualmente i valori di emoglobina.

  • Cessazione del fumoSmettere di fumare è fondamentale per ridurre drasticamente l’esposizione al monossido di carbonio, permettendo all’emoglobina circolante di funzionare normalmente e interrompendo la sovraproduzione compensatoria di eritrociti. I benefici sono visibili già dopo 2-3 settimane dall’ultima sigaretta, con normalizzazione completa dei valori entro 2-3 mesi.

  • Adattamento all’altitudine: Per chi vive o soggiorna temporaneamente in alta quota, i valori tornano nella norma spontaneamente dopo 2-4 settimane dalla discesa verso altitudini inferiori, poiché l’organismo non ha più necessità di compensare l’ipossia ambientale.

Trattamenti specifici per la policitemia vera

Come evidenziato sul sito dell’Associazione Italiana contro le Leucemie-Linfomi-Mieloma (AIL), la terapia della policitemia vera deve essere personalizzata in base al profilo di rischio: i pazienti a basso rischio vengono trattati con salassi e aspirina, mentre quelli ad alto rischio necessitano anche di terapia citoriduttiva con idrossiurea o interferone per ridurre efficacemente il rischio di complicanze trombotiche.

Flebotomia terapeutica (salasso terapeutico): Rappresenta il trattamento di prima linea per ridurre rapidamente emoglobina ed ematocrito. La procedura, identica a una donazione di sangue, prevede il prelievo di 350-450 ml di sangue a intervalli regolari (inizialmente settimanali, poi mensili o bimestrali).

La flebotomia riduce immediatamente il volume totale dei globuli rossi, abbassando l’ematocrito sotto il 45% negli uomini e 42% nelle donne, riducendo drasticamente la viscosità ematica e il rischio trombotico. Molti pazienti con policitemia vera necessitano di salassi periodici per tutta la vita per mantenere controllati i valori.

Terapia citoriduttiva farmacologica: Farmaci che agiscono sul midollo osseo rallentando o riducendo la produzione di cellule ematiche:

  • Idrossiurea (Onco Carbide): Farmaco citoriduttivo di prima scelta, riduce la proliferazione cellulare nel midollo. Indicato nei pazienti ad alto rischio trombotico (età >60 anni o storia di trombosi precedenti)
  • Interferone alfa: Alternativa all’idrossiurea, particolarmente indicata nelle donne in età fertile per la migliore tollerabilità a lungo termine
  • Ruxolitinib (Jakavi): Inibitore selettivo di JAK1/JAK2, efficace nei pazienti resistenti o intolleranti all’idrossiurea. Controlla sintomi sistemici come prurito e splenomegalia

Terapie innovative: Studi clinici recenti hanno dimostrato l’efficacia del rusfertide (PTG-300), un mimetico dell’epcidina che regola il metabolismo del ferro. Il farmaco ha permesso al 69,2% dei pazienti con policitemia vera di raggiungere l’indipendenza dalle flebotomie mantenendo controllato l’ematocrito con ottima tollerabilità e senza effetti avversi significativi.

Acido acetilsalicilico (Aspirina): A basso dosaggio (75-100 mg al giorno), l’aspirina riduce l’aggregazione piastrinica, fluidifica il sangue e previene la formazione di trombi, diminuendo significativamente (fino al 60%) il rischio di ictus e infarti nei pazienti con policitemia vera. È raccomandata in tutti i pazienti senza controindicazioni.

Quanto tempo ci vuole per abbassare l’emoglobina? Con la flebotomia i valori si riducono immediatamente (calo di 1-1,5 g/dL per salasso), mentre con la terapia farmacologica sono necessarie 4-8 settimane per ottenere un controllo stabile.

Alimentazione con emoglobina alta: cosa mangiare e cosa evitare

Cosa mangiare quando si ha l’emoglobina alta? Sebbene la dieta da sola non possa abbassare significativamente l’emoglobina nelle forme patologiche, alcuni accorgimenti alimentari possono coadiuvare il trattamento medico e ridurre la sintomatologia.

Alimenti da limitare o evitare con emoglobina alta

Cosa non mangiare per emoglobina alta? Limitare cibi ricchi di ferro per non fornire ulteriore “materia prima” alla produzione di globuli rossi:

  • Carne rossa (manzo, vitello, agnello, maiale): Max 1-2 volte alla settimana, porzioni ridotte (80-100g)
  • Fegato e frattaglie (fegato di bovino, rognone, cuore): Da evitare completamente per l’altissimo contenuto di ferro
  • Salumi e insaccati (bresaola, prosciutto crudo): Occasionali
  • Molluschi e crostacei (cozze, vongole, ostriche): Limitare il consumo
  • Legumi (lenticchie, fagioli, ceci): Ridurre le porzioni a 2 volte/settimana
  • Spinaci, bietole, rucola: Moderare le porzioni
  • Frutta secca (anacardi, pistacchi, mandorle): Piccole quantità
  • Cereali fortificati e integratori contenenti ferro: Da evitare

Attenzione agli integratori: Sospendere integratori di ferro, multivitaminici contenenti ferro, e integratori per sportivi ad alto contenuto di vitamine del gruppo B che stimolano l’eritropoiesi. Consultare sempre il medico prima di assumere qualsiasi supplemento.

Alimenti consigliati per chi ha emoglobina alta

Cosa mangiare per abbassare l’emoglobina? Privilegiare alimenti che non stimolano l’eritropoiesi e favoriscono l’idratazione:

  • Pesce bianco magro (merluzzo, orata, spigola, sogliola): 3-4 volte alla settimana
  • Carni bianche (pollo, tacchino senza pelle): 2-3 volte alla settimana
  • Latticini magri (latte parzialmente scremato, yogurt greco, ricotta): Il calcio riduce l’assorbimento del ferro
  • Verdure a foglia chiara (lattuga, cetrioli, zucchine, finocchi): Ricche di acqua, povere di ferro
  • Frutta ricca di acqua (anguria, melone, fragole, pompelmo, arance): Favoriscono l’idratazione
  • Cereali raffinati (pasta, riso bianco): Preferibili ai cereali integrali per il minor contenuto di ferro
  • Tè verde e tè nero: I tannini riducono significativamente l’assorbimento del ferro alimentare. Bere 2-3 tazze al giorno lontano dai pasti
  • Caffè: Anche il caffè riduce l’assorbimento del ferro se consumato durante i pasti

Idratazione abbondante: Bere almeno 2-2,5 litri di acqua al giorno aiuta a mantenere il sangue meno denso, migliora la circolazione e riduce la viscosità ematica. Aumentare l’apporto idrico nei mesi estivi o durante attività fisica.

Limitare l’alcol: Le bevande alcoliche favoriscono la disidratazione e possono peggiorare i sintomi dell’emoglobina alta. Se consumato, limitare a 1 unità alcolica al giorno per le donne e 2 per gli uomini.

Quando preoccuparsi per l’emoglobina alta

Quando i valori di emoglobina sono preoccupanti? Esistono diverse situazioni che richiedono attenzione medica immediata o valutazione specialistica tempestiva:

Situazioni che richiedono intervento urgente

Quando l’emoglobina è pericolosa? Rivolgersi immediatamente al pronto soccorso se:

  • Emoglobina superiore a 20-22 g/dL (rischio trombotico acuto molto elevato)
  • Ematocrito superiore al 60% (iperviscosità critica)
  • Comparsa improvvisa di sintomi neurologici (confusione, debolezza di un lato del corpo, difficoltà di linguaggio)
  • Dolore toracico acuto o dispnea grave
  • Gonfiore, dolore e arrossamento improvviso di un arto inferiore
  • Cefalea improvvisa e violenta (“a colpo di tuono”)

Situazioni che richiedono valutazione medica programmata

Consultare il medico curante entro pochi giorni se:

  • Emoglobina persistentemente superiore ai valori normali in almeno 2 controlli a distanza di 2-4 settimane
  • Globuli rossi leggermente alti associati a sintomi come cefalea ricorrente, vertigini o prurito inspiegabile
  • Comparsa di ematocrito alto in assenza di cause evidenti (disidratazione, altitudine)
  • Storia familiare di policitemia o malattie mieloproliferative
  • Sintomi persistenti non spiegati (astenia, prurito acquagenico, sudorazioni notturne)

Quando i globuli rossi si considerano alti? Quando superano 5,5-6 milioni/µL negli uomini e 5-5,5 milioni/µL nelle donne, soprattutto se associati a emoglobina elevata.

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Dott. Pietro Falco

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