Paralisi facciale

9 Gennaio 2021

paralisi facciale

Diagnosi e trattamento della paralisi facciale: cosa aspettarsi e come affrontarla

Dott. Luigi Scalzo

Disfunzioni a carico del nervo faciale (VII nervo cranico) possono seriamente colpire la qualità di vita dei pazienti affetti. Infatti il viso è un punto cruciale per la comunicazione e l’ espressività.

Il nervo faciale è composto da fibre motorie, sensitive e parasimpatiche, e quindi una paralisi di questo nervo porterà a conseguenze sia cosmetiche che funzionali a carico dei movimenti volontari della muscolatura mimica facciale, del senso del gusto dei due terzi anteriori della lingua e del controllo delle secrezioni salivare e lacrimale.

Diagnosi e cause della paralisi facciale

Una paralisi periferica del nervo faciale è diagnosticata dopo la presentazione di indebolimento dei muscoli facciali innervati.

Le manifestazioni sono:

  • immobilità del sopracciglio
  • incompleta chiusura palpebrale (lagoftalmo)
  • caduta e deviazione della rima bucate dal lato affetto
  • incompleta e asimmetrica chiusura della bocca
  • occhio secco e ridotta sensibilità corneale
  • indebolito senso del gusto
  • dolore intorno all’ orecchio
  • sensazione di iperacusia

Esistono molteplici cause di paralisi monolaterale del nervo faciale che includono un’ origine idiopatica, traumatica, infettiva, neoplastica, congenita e autoimmunitaria. Inoltre possono anche essere divise in base alla sede anatomica interessata lungo il percorso del nervo (vedi sotto).

Per tale motivo un approccio multidisciplinare corretto dovrebbe sempre coinvolgere una collaborazione tra diversi specialisti (neurochirurgo, neurologo, otorinolaringoiatra, oculista e chirurgo plastico).

  • Il 70 % delle paralisi del nervo faciale nell’ adulto (90 % nei bambini) sono diagnosticate come Paralisi di Bell (origine idiopatica della paralisi). Spesso colpisce donne in gravidanza e pazienti con malattie del tratto respiratorio. Solo il 2 % delle paralisi del faciale sono bilaterali.
  • Il decorso del nervo può essere anatomicamente diviso in 3 tratti intracranico, intratemporale e extracranico; per tale motivo i vari fattori eziologici possono essere divisi in 3 corrispondenti gruppi, a seconda della sede interessata:

1.CENTRALE o INTRACRANICA

  • anomalie vascolari (ictus cerebri, diabete, pre-eclampsia, porpora)
  • malattie degenerative del sistema nervoso centrale (sclerosi multipla, myasthenia gravis)
  • tumori cerebrali o della cavità cranica
  • traumi cerebrali
  • anomalie congenite o agenesia del nervo

2.REGIONE DELL’ OSSO TEMPORALE

  • infezioni virali (herpes zoster auricolare) o batteriche (morbo di Lyme, sifilide)
  • colesteatoma
  • traumi ossei (fratture dell’ osso temporale o ferita da arma da fuoco)
  • tumori invadenti l’ orecchio medio, mastoide e nervo faciale
  • cause iatrogene (lesioni durante altre procedure mediche salvavita)

3.REGIONE EXTRACRANICA o della REGIONE DELLA GHIANDOLA PAROTIDE

  • tumori maligni della ghiandola parotide
  • parotidectomia
  • traumi e lacerazioni della regione
  • tumori primitivi del nervo faciale

tumori maligni della cute,della regione pterigoidea e del ramo ascendente della mandibola

lesione-del-nervo-faciale

Fino a quando tutte le cause di paralisi di Bell non vengono escluse, una disfunzione tipica del nervo faciale va considerata una paralisi di Bell. Molto importante è l’ attenta valutazione dell’ anamnesi del paziente, richiedere una valutazione neurologica ed una visita otorino con otoscopia per differenziale la paralisi di Bell dalle altre cause, soprattutto quando sono coesistenti altri sintomi come otorrea (perdite di secrezioni dall’ orecchio) o sintomi focali neurologici.

Esistono differenti tipi di scale di grading di severità (House-Brackmann scale è la più famosa).

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Trattamento riabilitativo della paralisi facciale

Dal punto di vista riabilitativo  è fondamentale un corretto uso della muscolatura che ricomincia a muoversi.

Sono infatti da attivare i muscoli che progressivamente recuperano evitando la comparsa delle sincinesie post-paralitiche che costituiscono il problema più grave nei casi di recupero parziale e incompleto.

Le sincinesie post-paralitiche sono considerate l’espressione di una rigenerazione del nervo anarchica, aberrante, per cui alcuni rami del nervo quando ripara “sbagliano i muscoli bersaglio” non arrivando solo a quelli originariamente innervati ma innervandone anche altri vicini, per cui più muscoli sono reinnervati da rami originariamente destinati a innervare uno solo di essi.
Consistono nella perdita della selettività della contrazione muscolare e nella comparsa di attivazione involontaria simultanea in distretti facciali diversi per cui la mimica risulta alterata dalla presenza di contrazioni involontarie non controllate e di spasmi in alcuni i muscoli della faccia.

Il trattamento riabilitativo propone esercizi personalizzati analitici, rivolti all’attivazione di singoli muscoli e di movimenti localizzati che la persona impara e ripete a casa.

Nei casi in cui la paralisi del VII non presenti possibilità di recupero (completa lesione del nervo), sono proposte diverse tecniche di rianimazione chirurgica. Dopo chirurgia il trattamento riabilitativo risulta necessario in per insegnare al paziente a utilizzare in modo ottimale le nuove possibilità motorie.
Il trattamento è specifico e differenziato a seconda della tecnica chirurgica adottata per ripristinare la motilità facciale.

Trattamento della paralisi facciale: farmaci e tempistiche di guarigione

La paralisi facciale può essere trattata efficacemente con una combinazione di farmaci e terapie, con una completa guarigione che spesso avviene dopo alcuni mesi. Corticosteroidi e antivirali.
L’efficacia di questi trattamenti non è ancora del tutto chiarita ma alcuni studi hanno dimostrato che l’effetto terapeutico dei farmaci è più significativo quando la cura farmacologica inizia ai primi sintomi.

I corticosteroidi aiutano a ridurre l’infiammazione e il gonfiore del nervo facciale, migliorando così le possibilità di una guarigione ottimale.

Oltre ai corticosteroidi e agli antivirali, è importante considerare anche l’uso di colliri e pomate per lubrificare e proteggere l’occhio, prevenendo problemi oculari che possono insorgere a causa dell’incompleta chiusura palpebrale.

Uso della tossina botulinica

La tossina botulinica (BTXA) è utile nel trattamento delle sincinesie accentuate, in presenza asimmetria statica e/o dinamica. In medicina estetica è ampiamente usata per ridurre le rughe. Nella terapia delle sincinesie post-paralisi sono infiltrati i muscoli iperattivi per ridurne l’esagerata contrazione.

I muscoli da infiltrare (nel viso e nel collo) sono selezionati clinicamente in base a una dettagliata analisi funzionale a seconda del grado di sincinesia. I dosaggi utilizzati sono inferiori a quelli impiegati nel blefarospasmo e in medicina estetica poiché il farmaco viene infiltrato in un muscolo già parzialmente denervato.

Controindicazioni più importanti: infezioni locali, terapia anticoagulante.

Per terminare, possiamo dire che un altro elemento importante nella riabilitazione è l’utilizzo del feedback elettromiografico che ha una funzione sia diagnostica che terapeutica. Il paziente vedrà un nervo facciale che non funziona ( segnale EMG modulato in modo decrescente) e vedrà con l’esercizio la crescita del segnale stesso ( spinta motivazionale al recupero funzionale).

Può essere associata elettroterapia a scopo antalgico.

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