Ozonoterapia

28 Ottobre 2023

Dott. Pietro Falco – Specialista in ematologia

L’Ossigeno-Ozonoterapia comprende un insieme di trattamenti medici che hanno in comune l’uso di un gas: l’Ozono. L’Ossigeno-Ozonoterapia (O2-O3) rappresenta una pratica terapeutica oramai ampiamente utilizzata in Italia e nel mondo.

L’ossigeno-Ozonoterapia: premessa

L’Ossigeno-Ozonoterapia comprende un insieme di trattamenti medici che hanno in comune l’uso di un gas: l’Ozono.
L’Ozono è naturalmente presente in natura, sia negli strati alti dell’atmosfera, sia negli strati più bassi; l’esempio più familiare che ce ne rivela la presenza è il caratteristico odore pungente, agliaceo, dell’aria durante un temporale estivo. Si forma infatti dalla reazione di molecole di Ossigeno in prossimità di scariche elettriche come i fulmini.
Vivere in un’atmosfera ricca di Ossigeno e dei suoi composti chimici non è per nulla semplice; nel corso dei millenni, gli esseri viventi hanno sviluppato molteplici meccanismi antiossidanti per proteggersi dal costante pericolo. Proprio andando a stimolare questi ultimi, l’Ozono produce molti dei suoi effetti curativi ed antiinfiammatori.

L’Ossigeno-Ozonoterapia come pratica terapeutica

L’Ossigeno-Ozonoterapia (O2-O3) rappresenta una pratica terapeutica oramai ampiamente utilizzata in Italia e nel mondo e rivolta in modo particolare (ma non esclusivo) al trattamento delle patologie muscoloscheletriche quali l’ernia discale, il mal di schiena e l’artrosi articolare.
Attualmente sono presenti in letteratura numerose pubblicazioni scientifiche che ne evidenziano il meccanismo di azione a livello biochimico e fisiopatologico.
Da un punto di vista clinico, l’ossigeno ozonoterapia mostra prove di efficacia attestate da metanalisi, revisioni sistematiche e studi clinici randomizzati e controllati.

Nel caso del trattamento della patologia discale e stato raggiunto un livello di prova di efficacia 1A e nel trattamento della patologia articolare un livello 1B, ed in tali ambiti patologici questi risultati ci consentono di proporre l’ossigeno ozonoterapia quale medicina basata sulle evidenze nella cura integrata delle patologie muscoloscheletriche.

Il meccanismo di funzionamento dell’Ossigeno-Ozonoterapia

Tutto parte dall’Ozono, gas inerte, molecola triatomica dell’Ossigeno, estremamente instabile e con grande attività ossidante come gas solubile.
A contatto con i fluidi biologici forma specie reattive dell’ossigeno e prodotti di ossidazione dei lipidi; entrambi questi prodotti reagiscono con i globuli bianchi, favorendo la formazione di proteine, citochine e globuli rossi che aumentano l’apporto di ossigeno ai tessuti; attraverso il processo della neoangiogenesi, ovvero lo sviluppo di nuovi vasi sanguigni a partire da altri già esistenti, l’ozono attiva l’irrorazione sanguigna. Molti studi sostengono che l’ozono riduca il dolore locale favorendo il recupero della funzione articolare.
L’ozono possiede altre utili proprietà scientificamente dimostrate:

  • PROPRIETA’ ANTIBATTERICHE E ANTIMICOTICHE: l’ozono distrugge la parete cellulare dei batteri, delle muffe, dei funghi e di tutti i microorganismi viventi attraverso un processo di ossidazione;
  • PROPRIETA’ VIRUSTATICHE: attraverso il legame con alcuni recettori virali, impedisce ai virus di penetrare nelle cellule bersaglio con conseguente inattivazione e mancata replicazione;
  • PROPRIETA’ ANTIINFIAMMATORIE: l’azione dell’ozono diminuisce la produzione di citochine pro-infiammatorie con riduzione della diffusione dell’infiammazione;
  • PROPRIETA’ ANALGESICHE: grazie all’ozono, le sedi dell’infiammazione ricevono meno ossigeno e i mediatori chimici che generano il conseguente stimolo doloroso subiscono un’ossidazione;
    delle difese immunitarie;
  • PROPRIETA’ CICATRIZZANTI: l’ozono velocizza il processo di cicatrizzazione favorendo la formazione di nuovo tessuto.

“Qualunque dolore, sofferenza o malattia è causata da una insufficiente ossigenazione a livello cellulare” ( Arthur Guyton ).

Gli studi scientifici

Gli studi scientifici degli ultimi decenni hanno dimostrato la necessità di una continua disponibilità nei tessuti e nelle cellule di determinati e costanti livelli di ossigeno per evitare in caso di ipossia deficit funzionali e alterazioni strutturali gravi e irreversibili. L’Ossigeno è fondamentale per la produzione di energia sottoforma di ATP, ottenuto a partire dal Glucosio e dagli acidi grassi attraverso la cosiddetta respirazione cellulare; la carenza intracellulare di ATP porterebbe ad un disturbo della trasmissione di impulsi nervosi, ad un accumulo di tossine, radicali liberi, cataboliti acidi, abbassando il pH del sangue creando un ambiente favorevole allo sviluppo di patologie, innescando reazioni infiammatorie e degenerative e l’invecchiamento precoce del nostro organismo.

A livello clinico, i segni di un’insufficiente ossigenazione del nostro corpo si evidenziano a livello di molti organi e tessuti: a livello di tessuti nervosi, particolarmente il cervello, l’apparato visivo e l’apparato uditivo sono interessati da molteplici sintomi di gravità variabile a seconda del grado do ipossia.

Una grave ipossia (cioè una totale mancanza di Ossigeno) può danneggiare in maniera irreversibile i nostri organi vitali: Cuore, Fegato, Cervello, riducendo la capacità di ossidare gli acidi grassi e rallentando il metabolismo corporeo.

Nesso tra vitalità cellulare e concentrazione dell’ossigeno tissutale

Alcuni studi clinici hanno dimostrato il nesso tra vitalità cellulare e concentrazione dell’ossigeno tissutale: all’aumento della concentrazione di Ossigeno corrisponde un aumento della vitalità cellulare. Quali sono i motivi che possono determinare uno stato di ipossia?
La carenza di Ossigeno nel nostro corpo può essere determinata principalmente da quattro cause:

  • Ridotta capacità di ossigenare il sangue: la cosiddetta Ipossia Ipossica come avviene nelle patologie dell’apparato respiratorio o nelle lunghe permanenze in quota;
  • Ridotta capacità di trasporto di Ossigeno da parte del sangue detta Ipossia Circolatoria come avviene nelle malattie del sangue (Anemie ferrocarenziali, Anemie Emolitiche, Mielodisplasie) o nelle malattie cardiocircolatorie (Angina Pectoris, Infarto miocardico, Embolia Polmonare);
  • Ridotta capacità da parte dei tessuti di utilizzare l’Ossigeno trasportato dal sangue detta Ipossia istotossica dovuta a stati di avvelenamento;
  • Ipossia funzionale dovuta ad aumentata richiesta di Ossigeno rispetto alle normali esigenze.

Da questo risulta che l’apporto di Ossigeno al nostro organismo può essere di straordinaria importanza nella terapia delle varie patologie, poichè mette il nostro organismo nelle condizioni di poter affrontare al meglio gli insulti esterni dei patogeni e di altre sostanze nocive che potrebbero danneggiarlo anche in modo permanente.

Meccanismi di azione dell’Ozonoterapia

I meccanismi di azione dell’Ozono (e perciò si utilizza l’ozonoterapia) si basano su diversi principi tra i quali i più importanti sono:

  • OSSIGENAZIONE;
  • ATTIVITA’ ANTIOSSIDANTE;
  • IMMUNOMODULAZIONE;
  • ATTIVITA’ ANTIINFIAMMATORIA.

Ossigenazione

La terapia utilizza una miscela di OSSIGENO-OZONO (O2-O3), che è un gas molto instabile e determina il rilascio dell’ossigeno ai tessuti e questo si dimostra utile nel trattamento di tutte quelle patologie caratterizzate da scarso apporto o carenza di ossigeno.

Tutte le reazioni biochimiche e i corrispondenti effetti biologici indotti dall’Ossigeno Ozonoterapia sono mediate dalle specie reattive dell’Ossigeno (ROS – i “cosiddetti Radicali liberi”) e dai prodotti dell’ossidazione lipidica (LOP); a livello dei globuli rossi si assiste attraverso un processo di Glicolisi ad un aumento di energia sotto forma di ATP che non solo migliora le funzioni del globulo rosso, ma induce anche un microrilascio da parte dell’Endotelio di Ossido Nitrico (NO), che favorisce la vasodilatazione, fenomeno che riveste estrema importanza nei tessuti ischemici; l’Ossido Nitrico favorisce inoltre la trasmissione di impulsi nervosi, nonchè da regolatore del rilascio di altri neurotrasmettitori come l’adrenalina nei plessi nervosi periferici dell’albero bronchiale (con effetti broncodilatatori e antiasmatici) e nel tratto gastrointestinale.

L’aumento dell’ATP provoca un’aumentata sintesi di 2,3 difosfoglicerato, che riduce l’affinità per l’Ossigeno dell’Emoglobina, permettendo a quest’ultima di cedere più facilmente ossigeno ai tessuti, spostando a destra la curva di dissociazione dell’Emoglobina.

L’Ozono provoca nei globuli rossi altri due fenomeni importanti: una maggiore elasticità e deformabilità della membrana con riduzione della viscosità e maggiore fluidità del sangue; una polarizzazione della membrana che ne ostacola l’impilamento favorendo lo scorrimento del sangue all’interno dei vasi e l’incremento dell’ossigenazione periferica; questi due eventi sono dovuti alla reazione dell’ozono con la componente idrofoba dei fosfolipidi della membrana eritrocitaria: l’ozono crea quindi in modo naturale e fisiologico un ambiente sfavorevole alla formazione dei trombi senza intervenire farmacologicamente per inibire i processi della coagulazione.

Attività antiossidante

L’Ozono è una molecola con caratteristiche ossidative che, mediante uno stimolo paradosso induce una forte risposta antiossidante da parte dell’organismo.
Il sistema antiossidante (RAO) dell’essere umano si è sviluppato progressivamente nel corso dell’evoluzione come un sistema critico di difesa per la prevenzione, la neutralizzazione e l’eventuale riparazione dei danni indotti dai radicali liberi. Possiamo distinguere:

  • Gli antiossidanti preventivi, come gli enzimi superossidodismutasi, catalasi, glutatione reduttasi, i carotenoidi i metalli e le proteine chelanti;
  • Gli antiossidanti scavengers cioè spazzini come la vitamina C, la vitamina E, la bilirubina, Coenzima Q10 e il glutatione;
  • Gli enzimi riparativi.

Tra questi il glutatione rappresenta il più potente antiossidante presente nell’organismo: la sua produzione può essere favorita dall’azione dell’ozono e l’organismo stesso è in grado di autoprodurlo. Considerata la sostanza epatoprotettiva per eccellenza, ha una composizione chimica che gli attribuisce un’elevata capacità di ossidarsi o di ridursi, proteggendo le proteine e gli altri composti ossidabili dall’azione deleteria dei radicali liberi. Esercita la sua azione antiossidante in forma ridotta (GSH) cedendo il suo atomo di idrogeno e trasformandosi in glutatione ossidato attraverso la reazione:

2GSH + H2O2 = GSSH + 2 H2O

Il glutatione ridotto ha la capacità di rigenerarsi continuamente; nelle cellule in buono stato il rapporto tra la forma ridotta e quella ossidata è 9:1 e una riduzione di questo rapporto viene considerata come indice di stress ossidativo.

Pur essendo ubiquitario, il glutatione è maggiormente concentrato a livello epatico proteggendo gli epatociti da sostanze tossiche, come quelle derivanti dal metabolismo di alcuni farmaci. Ma oltre alla sua azione antiossidante, il glutatione presenta anche attività detossificanti, immunomodulanti e citoprotettive, consentendo una maggiore produzione di Globuli bianchi e potenziando in tal modo il sistema immunitario e detossificando l’organismo dalle tossine dopo averle trasformate in sostanze idrosolubili eliminabile con le urine e con la bile;

Immunomodulazione

L’azione dell’ozono sui globuli bianchi è estremamente importante per il nostro sistema immunitario; i leucociti svolgono un ruolo fondamentale nel proteggere il nostro organismo dagli agenti batterici, dai virus, e da altri organismi esterni.

L’ozono stimola nell’organismo la produzione di interferone gamma e induce il rilascio di altre citochine come IL 2, 6, 8, il fattore di necrosi tumorale, coinvolte nei processi immunitari. In dosi corrette, attraverso la produzione di citochine, l’ozono permette la riattivazione endogena del sistema immunitario; a concentrazioni estremamente alte si verificherebbe una depressione del sistema immunitario determinando un fenomeno definito ORMESI (vale a dire che la stessa sostanza a concentrazioni diverse produce effetti opposti), utile nel trattamento di patologie autoimmuni. L’ozono possiede un’attività antibatterica, virustatica e anti micotica: attraverso l’ossidazione dei lipidi della membrana batterica, ne provoca indebolimento con lisi osmotica e distruzione dell’organismo batterico; nelle infezioni virali, l’ozono altera le proteine del capside impedendone la replicazione.

Azione antinfiammatoria

L’ozono blocca i meccanismi infiammatori modulando la sintesi delle Prostaglandine, diminuendo i mediatori pro-infiammatori ed incrementando quelli ad attività anti-infiammatoria; non appena giunto a contatto con il Plasma, l’ozono viene attaccato dagli antiossidanti fisiologici all’albumina, all’acido ascorbico e all’acido urico che lo “domano”.

La contemporanea produzione di ROS e LOP facilita la esecuzione di multiple reazioni biochimiche con effetto antiinfiammatorio:

  • Si riducono i radicali liberi;
  • Si riduce la produzione di Interleuchine proinfiammatorie;
  • Aumenta la produzione di TGFB;
  • Aumenta la produzione di PGE2 e PGI2 che hanno un’importante azione vasodilatatoria nelle patologie cardiovascolari e un’azione citoprotettiva nei confronti della mucosa gastrointestinale;
  • Aumenta la produzione di prostacicline con vasodilatazione e azione antidolorifica e antimetastatica;
  • Aumenta la produzione di NO (Ossido Nitrico) che protegge l’endotelio con azione antiaggregante.

Ormesi

A proposito dell’azione immunomodulatoria dell’Ozono, abbiamo introdotto il concetto di Ormesi.
Lo stress è una condizione dell’esistenza umana, un fattore di espressione della malattia.
Vi è molta confusione attorno al concetto di Ormesi e al suo significato dal punto di vista biologico; L’Ormesi esprime che uno stress opportuno possa addirittura aumentare la salute.

Per Ormesi si intendono quelle azioni benefiche alla salute che risultano dalla risposta dell’organismo ad uno stimolo a bassa intensità.
Dal greco ORMAO (io stimolo), l’Ormesi e’ intesa come una stimolazione indotta da uno stress fisico e/o psicologico, a qualsiasi sistema, creato da uno stimolo di lieve entità e breve durata, in contrasto ad un forte stimolo di lunga durata, che indurrebbe invace uno squilibrio.

Ormesi è il processo biologico che consente una favorevole risposta biologica a livello cellulare, per una esposizione piccola o bassa ad un agente ormetico . Un buon esempio di Ormesi è l’esercizio fisco: nella giusta quantità conferisce longevità e migliora la funzione cellulare; in eccesso ci danneggia creando alti livelli di cortisolo e generando ROS o radicali liberi dell’ossigeno e portando di conseguenza alla diminuzione delle cellule staminali e all’utilizzo della produzione di energia anaerobica che a lungo termine non è adatta al nostro sistema biochimico.

L’Ozonoterapia come vaccino antiossidante?

La gran parte degli effetti clinici dell’Ossigeno-ozonoterapia dipendono dalle proprietà biochimiche di questo gas.

Utilizzando una semplice metafora, possiamo considerare l’ozono come un Vaccino antiossidante per il nostro organismo; l’Ozono, o meglio, i prodotti della sua azione ossidativa, vale a dire le specie reattive dell’ossigeno, denominate ROS (i famosi “radicali liberi” , come l’Anione superossido, il perossido di idrogeno e il radicale ossidrile) e i prodotti dell’ossidazione lipidica (LOP) equivalgono ai batteri o ai virus (uccisi oppure attenuati), agli antigeni da essi derivati o alle sostanze da esse derivate e rese innocue che vengono inoculate con il vaccino, mentre gli agenti antiossidanti che l’organismo produce in riposta al vaccino rappresentano gli anticorpi.

In sostanza il paradosso sta quindi nel fatto che l’ozono, pur essendo un potente ossidante, di fatto incrementa le difese nei confronti dell’ossidazione del nostro organismo attraverso una stimolazione dei sistemi antiossidanti di quest’ultimo. Tutto ciò sempre nel rispetto delle dosi e delle concentrazioni previste.

Radicali liberi

Ma cosa sono i radicali liberi e come si formano? Si tratta di molecole instabili, per così dire di scarto, provenienti dai processi metabolici cellulari che hanno la caratteristica di essere molto reattive in quanto in possesso di un elettrone spaiato, cioè libero, in grado di interagire con altre molecole per impossessarsi di un loro elettrone e trovare stabilità pareggiando la loro carica elettromagnetica; in questo fenomeno, detto di ossidoriduzione, si verifica il passaggio di elettroni tra una molecola che li riceve e che così si stabilizza (molecola ossidante) e una che li perde e si destabilizza (molecola riducente).

Tale fenomeno provoca una sorta di reazione a catena che rappresenta l’espressione dello stress ossidativo, il quale se non corretto può causare gravi danni al nostro organismo. I radicali liberi prendono il loro nome dall’aspetto che hanno; il 93% del nostro organismo è costituito dalla combinazione di 4 elementi, Carbonio, Idrogeno, Ossigeno e Azoto, che legandosi tra loro, espongono lateralmente, verso l’esterno i propri elettroni che comportandosi come delle piccole radici che “penzolano”, cercano di “radicarsi” alle molecole vicine (da cui il nome di “radicali”).

L’equilibrio ossidoriduttivo: base del funzionamento del nostro organismo

Alla base di un corretto funzionamento del nostro organismo c’è un equilibrio ossidoriduttivo che va avanti continuamente e finchè la bilancia tra la produzione di sostanze ossidanti e riducenti è stabile, il corretto funzionamento del nostro organismo è conservato.

Quando in determinate condizioni, il cosiddetto stress ossidativo cresce, vale a dire quando c’è un eccesso di ROS e un difetto di sostanze antiossidanti, l’organismo va in sofferenza. Se esso non viene corretto dal sistema RAO (il sistema antiossidante del nostro organismo) possono verificarsi varie patologie a causa dei danni subiti da strutture cellulari come la membrana plasmatica (per l’ossidazione degli acidi grassi insaturi ei fosfolipidi che la costituiscono) il DNA, l’RNA (gli acidi nucleici che, insieme a proteine, carboidrati e lipidi costituiscono le 4 principali macromolecole per tutte le forme di vita conosciute), che il tal modo possono subire anche mutazioni genetiche.

Si può quindi dire in generale che i radicali liberi rubano elettroni soprattutto a DNA, RNA, proteine e lipidi per stabilizzarsi e se tale stress ossidativo non viene arrestato, esso può accelerare i processi di invecchiamento cellulare, indurre lo sviluppo di patologie infiammatorie, degenerative o oncologiche (ischemia cardiaca, aterosclerosi, cataratta, infezioni virali, patologie neurodegenerative e malattie autoimmuni) oltre a deprimere il sistema immunitario.


Dobbiamo immaginare che il nostro corpo, con l’ossidazione, tenda ad “arruginirsi” come una sbarra di ferro o come una mela che tagliata a metà e lasciata all’aria aperta tende ad annerire.
Questi processi di ossidazione avvengono in modo lento e graduale nel nostro organismo come accade con l’avanzare dell’età, ma in caso di accumulo eccessivo di sostanze ossidanti può innescarsi un processo di intossicazione e di sofferenza di tutte le cellule del nostro corpo, che porta ad un piu’ rapido invecchiamento delle stesse e che può determinare anche lo sviluppo di severe patologie.

Meccanismi alla base dell’invecchiamento

Esistono parecchie teorie più o meno valide e piu’ o meno contrastanti, sulla natura dei meccanismi alla base dell’invecchiamento; tra quelle finora più dimostrate e studiate vi è quella di tipo metabolico secondo la quale l’invecchiamento è dovuto all’accumulo di danno ossidativo alle cellule e tessuti, associato ad un progressivo aumento della probabilità di morbilità e mortalità. In questa direzione è stato osservato come il diabete di tipo 2 possa accelerare l’invecchiamento cerebrale (vedi) e, più recentemente, è stato individuato anche un marker genetico della longevità (vedi)

Comunque, la principale fonte di danno ossidativo, o meglio, di produzione dei ROS e principale bersaglio degli stessi, sono i mitocondri, gli organuli cellulari responsabili della produzione di ATP attraverso reazioni di glicolisi; sembra che il primo e più deleterio bersaglio sia il DNA mitocondriale che si accumula in forma mutata nelle cellule dipendenti dall’invecchiamento.

Ossigeno-ozonoterapia per uno stress ossidativo controllato

L’ozonoterapia innesca uno stress ossidativo controllato e moderato che mantiene un adattamento (supercompensazione) e potenzia le capacità antiossidanti dell’organismo; a basse dosi agisce come bioregolatore nelle malattie infiammatorie croniche biochimicamente caratterizzate da elevato stress ossidativo e da una regolazione bloccata. Durante le applicazioni sistemiche, i “perossidi di ozono” sono in grado di sostituire i perossidi di ossigeno migliorando la capacità antiossidante.

Il monitoraggio dell’equilibrio redox può essere un valido alleato nella medicina personalizzata come spia di benessere generale e non di singola patologia a può anche esprimere necessità di cambiamenti di stili di vita.

L’Ozono mette in condizioni l’organismo di sticoattivarsi nel migliore dei modi: mette sostanzialmente in moto dei meccanismi un pò sopiti stimolando una vera e propria reazione dell’organismo, che si manifesta non solo con l’attivazione di sistemi biochimici e di importanti funzioni organiche, ma anche attraverso un aumento del metabolismo cellulare con aumentata produzione di ATP, cioè di energia necessaria a far funzionare tutti i processi vitali dell’organismo. Queste reazioni sono dovute sia all’Ozono che all’Ossigeno che con l’Ossigeno Ozono Terapia viene immesso nell’organismo insieme con l’Ozono.

Ozonoterapia: un nuovo approccio olistico

Sostanzialmente ci troviamo dinanzi ad un vero e proprio “allenatore” che stimola la reattività ed i sistemi enzimatici cellulari mettendo il nostro corpo “in condizione di…”.

Il nostro organismo ha bisogno di azione, di forza e di equilibrio dinamico (omeostasi) ma anche di emozioni, di obiettivi e di entusiasmo per evitare di essere trascinato nell’automatismo e nell’uniformarsi all’ambiente circostante. Il trattamento con OssigenoOzonoterapia aiuta il sistema immunitario e i sistemi antiossidanti ripristinare l’equilibrio della nostra “bilancia ossidativa” potenziando quindi la nostra barriera antiossidante e proteggendo le strutture cellulari, contrastando l’insorgenza di patologie anche gravi oltre ad ossigenare il nostro corpo e a contrastare l’acidità del sangue.

Ci troviamo quindi dinanzi ad un vero e proprio approccio olistico che ci aiuta a vivere meglio: sia rallentando i fenomeni dell’invecchiamento cellulare, sia consentendoci di vivere con maggior protezione dagli agenti patogeni esterni.

L’Ossigeno-ozonoterapia può rallentare l’invecchiamento?

Il concetto del “rallentamento dell’invecchiamento” è fondamentale perché se un corretto stile di vita ci permette di vivere al meglio favorendo il mantenimento del nostro equilibrio psico-fisico e sociale, possiamo realmente frenare il processo dell’invecchiamento cellulare, associando ad uno stile di vita più “pulito” il trattamento del sangue con Ossigeno Ozono Terapia, che costituisce un reale trattamento anti age.

L’Ozonoterapia si è diffusa nel mondo medico accompagnandosi sempre ad una richiesta di informazioni e di formazione:
“un gas usato a scopo terapeutico?….una ciarlataneria….non ci credo”…la comunità scientifica ha sempre cercato di osteggiare e di contrastare, pur in presenza di dati scientifici ineluttabili, il diffondersi di questa procedura per tanti motivi che richiederebbero interi volumi di approfondimento.

Oggi il riconoscimento dell’Ozonoterapia da parte di molti sistemi sanitari è un fatto consolidato; l’Ozonoterapia ha ottenuto uno spazio anche in ambito universitario e il suo uso è consigliato, se non come prima scelta, in molte patologie.


Nel corso degli ultimi 30 anni tale Macroterapia ha conosciuto una enorme espansione con una notevole messe di articoli scientifici che hanno dimostrato efficacia in molte patologie; certo non ci troviamo di fronte ad una panacea: concentrazione, volume,sede e tecnica di somministrazione sono le variabili che condizionano la risposta terapeutica, sia attraverso la stimolazione del sistema immunitario, sia attraverso un’azione antiinfiammatoria, sia agendo a come antibatterico, sia attraverso un miglioramento del flusso sanguigno.

L’uso di un gas a scopo terapeutico rappresenta una condizione del tutto particolare che richiede pertanto strumentazioni particolarmente accurate, adeguate conoscenze metodologiche e precise indicazioni.
Una corretta diagnosi, un’adeguata informazione del paziente ed un’accurata valutazione delle diverse opzioni terapeutiche sono le premesse per un buon risultato clinico e per un’adeguata percezione di qualità da parte del paziente.

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