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Telemedicina un pò di storia.

Telemedicina: Un contenitore molto poco conosciuto

Un po’ di storia…

Da dove deriva il termine telemedicina e cosa significa?

Il termine telemedicina fa riferimento a due entità distinte e separate ossia la parte di tecnologica quella delle telecomunicazioni e la parte della medicina: potrebbe essere pensata, quindi, come l’insieme della telematica e della medicina con l’utilizzo della telematica per gli scopi della medicina. La telemedicina è considerata l’evoluzione digitale della medicina tradizionale: un insieme di strumenti utili a far comunicare il medico e il paziente a distanza.

Ma, sebbene la maggior parte delle persone possano pensare che la telemedicina sia di recente invenzione, questa ha radici che arrivano a quasi mezzo secolo fa.

Nel 1924 la rivista “Radio News” parlava del Radio Doctor come un futuro prossimo.

Ovviamente non si parlava di Telemedicina e si utilizzava il termine radiomedicina ma, se si guarda la copertina, è insito il concetto che poi sarà sviluppato come telemedicina. L’unica cosa è che il concetto di “tele” ancora non era

sviluppato ed utilizzato.

Bird, che può essere considerato uno dei pionieri della telemedicina, nel suo saggio “Teleconsultation: a new health information exchange system” ha definito la stessa come: “… the practice of medicine without the usual physician patient physical confrontation or it is the practice of medicine via interactive television (or by means of any interactive audio-video communications system) quindi “la pratica della medicina senza l’usuale confronto medico-paziente o la sua pratica attraverso un sistema di comunicazione audio-video interattivo” (1).

Qualche tempo dopo lo stesso Bird aveva modo di dire che: “la telemedicina non sostituisce il medico o lo relega in una posizione secondaria bensì offre un nuovo modo per praticare l’arte medica” estendendola anche alle zone più remote del globo (2).

Questa definizione è stata ampliata da Willemain & Mark che hanno definito la telemedicina come “ogni sistema nel quale medico e paziente sono in differenti località” (3).

Ma è Bashshur, qualche anno più tardi (1975), a definire i componenti chiave della telemedicina che così si apre al moderno concetto ripreso anche per la e-health. Per Bashshur esistono 6 elementi essenziali che devono essere tutti presenti affinché si possa parlare di telemedicina:

  1. (a)  La separazione geografica tra i due attori;
  2. (b)  L’uso della tecnologia al posto dell’interazione “faccia a faccia”;
  3. (c)  La presenza di un operatore sanitario da una parte e di un paziente dall’altra ed eventualmente di altro staff necessario all’organizzazione e all’espletamento dell’attività;
  4. (d)  Un sistema e un’organizzazione disponibile per lo sviluppo e la manutenzione del sistema;
  5. (e)  L’uso di protocolli clinici per trattare al meglio il paziente;
  6. (f)  Normative standard di comportamenti e di utilizzo al fine di avere un unico modello ovunque medico e pazienti si trovino. (4)

E sempre Bashshur nel 1995 che riprende il concetto di telemedicina asserendo come i primi progetti di telemedicina siano terminati troppo presto, prima ancora di riuscire a dimostrare il loro valore e ora la telemedicina sta rivivendo una nuova era grazie al fatto che, rappresenta l’unica risposta ai 3 problemi che affliggono la sanità mondiale:
1) Assicurare l’universale accesso alle cure;
2) limitare l’incremento dei costi che necessariamente si avrebbe;
3) mantenere alto la qualità di cura. (5)
È ovvio che un problema è legato agli altri: assicurando l’accesso alle cure anche in posti remoti, è quasi naturale che aumenti la spesa sanitaria e forse l’unico modo per rispondere ai tre problemi è la telemedicina.

In queste parole ci sono i principi che guidano oggi l’utilizzo della telemedicina ma forse, ancora più illuminanti sono le parole di Bennet il quale, addirittura nel 1978, parla di telemedicina e telesalute come: “sistemi [che] supportano il processo di assistenza sanitaria fornendo i mezzi per uno scambio di informazioni più efficace ed efficiente”. E ancora, “la telemedicina dovrebbe incorporare “un’ampia gamma di attività relative alla salute, tra cui l’educazione dei pazienti e degli

operatori sanitari e l’amministrazione dei servizi sanitari, nonché l’assistenza ai pazienti”. E non di meno, “…sia nella telemedicina sia nella telesalute, tutte le applicazioni condividono due elementi comuni: la separazione geografica tra due o più attori impegnati nella sanità e l’uso delle telecomunicazioni” (7).

Tutti questi autori avevano visto, già 50 anni fa, nella telemedicina la risposta ai problemi che iniziavano ad affiorare nella medicina tradizionale.

In ogni caso la telemedicina, almeno negli Stati Uniti veniva utilizzata soprattuto in altri ambiti.

Se è vero che nel 1957 Jutras trasmise radiografie dall’Hotel Dieu Hospital di Montreal; Wittson & Benschoter, nel 1959, usarono una trasmissione a circuito chiuso per condurre sessioni di terapia di gruppo tra il

Copyright UNMC a pioneer in telemedicine https://www.unmc.edu/newsroom/2015/02/10/unmc-a-pioneer-in-telemedicine

Nebraska Psychiatric Institute di Omaha e il Norfolk Ospedale Statale (8) e Bird, nel 1967, creò il primo prototipo di sistema interattivo di telemedicina, che collegava la stazione medica del Logan International Airport di Boston e il Massachusetts General Hospital (1), i progetti di telemedicina vennero sviluppati e portati avanti per lo più dalla NASA che aveva l’obbiettivo di monitorare i parametri vitali degli astronauti e gli effetti della gravità zero sul loro organismo. Ma mano che i voli spaziali si facevano più lunghi, la telemedicina passò da quello che oggi definiremmo telemonitoraggio, a quello che è la diagnosi e il trattamento di patologie o l’intervento in diverse condizioni mediche che si verificavano durante i voli spaziali.

La Nasa, c’è da dire, non si è interessata esclusivamente alla telemedicina durante i voli spaziali ma ha dato vita ad uno dei progetti governativi di maggior successo attraverso la partnership con i servizi sanitari indiani. Il progetto è stato chiamato Space Technology Applied to Rural Papago Advanced Health Care (STARPAHC) e ha fornito sia ai nativi americani nella riserva di Papago in

Arizona sia agli astronauti in orbita l’accesso alle cure mediche. La tecnologia a microonde ha permesso di trasmettere fotografie a raggi X, elettrocardiografi e altre informazioni mediche da e verso l’ospedale del servizio sanitario pubblico. (9)

Ma se negli Stati Uniti si andava a delineare questo quadro, cosa stava succedendo nel vecchio continente?

In Italia, nel 1935, nasceva il Centro Internazionale Radio-Medico (CIRM) che prestava soccorso alle Navi che avevano a bordo un passeggero o una persona dell’equipaggio ammalata. L’istituto Luce in un documentario del 1940 diceva: “…ha sede in Roma sotto la Presidenza Augusta di sua Maestà la Regina Imperatrice il Centro Radio-Medico Internazionale che a mezzo della radio trasmette consigli e prescrizioni sanitarie agli equipaggi di quelle navi che si trovino in navigazione sprovvista di medico di bordo, in qualunque mare del mondo siano e a qualsiasi nazione appartengano. Giunge a centinaia di miglia di distanza l’opera altamente umanitaria di questa istituzione. Senza di essa molte vite in pericolo, prive di immediati soccorsi medici, andrebbero perdute l’iniziativa dunque un’importanza ed un significato eccezionali nella storia del progresso…”. (10)

Dopo questo periodo vigoroso, la telemedicina ha attraversato quasi 2 decenni di letargo in attesa che gli sviluppi informatici facessero il loro decorso e che, gli strumenti prima usati dalla Nasa, dalle Università, dagli Ospedali o dallo stesso CIRM fossero a disposizione dei liberi cittadini con costi ridotti.

In questo senso la telemedicina ha iniziato a ricomparire nuovamente attorno agli anni novanta delineandosi con quelle forma che oggi conosciamo e utilizziamo.

Ecco che in breve si è tracciato un quadro delle origini della telemedicina che, come molti possono pensare, non ha qualche anno di vita bensì mezzo secolo e in questo mezzo secolo ha aiutato a salvare migliaia di vite umane permettendo di portare la medicina e la conoscenza medica in zone remote del globo.

  1. Bird KT. 1971. Teleconsultation: a new health information exchange system
  2. Bird KT. Telemedicine: concept and practice. In: Bashshur RL, Armstrong PA, Youssef ZI, eds. Telemedicine. Springfield, IL: Charles C Thomas, 1975:90
  3. Willemain TR, Mark RG. 1971. Models of healthcare systems. Biomed. Sci. In- strum. 8:9–17
  4. Bashshur RL. 1975. Telemedicine and medical care. In Telemedicine: Explorations in Healthcare, ed. RL
  5. Bashshur RL. 1995. On the definition and evaluation of telemedicine. Telemed.
  6. Rashid L. Bashshur,1 Timothy G. Reardon,2 and Gary W. Shannon, 2000. TELEMEDICINE: A New Health Care Delivery System Annu. Rev. Public Health
  7. Bennet AM, Rappaport WH, Skinner EL. Telehealth Handbook. PHS Publ. 79-3210, US Dep. Health Educ. Welf., Bethesda, MD
  8. Wittson CL, Benschoter R. 1972. Two- way television: helping the medical center reach out. Am. J. Psychiatr.
  9. Justice JW, Decker PG. 1979. Tele- medicine in a rural health delivery system. Adv. Biomed. Eng. 7:101–71

10. GiornaleLuceB1661del26/01/1940CentroRadiomedico

Nota: Il contenuto del presente articolo non è inteso né raccomandato come sostituto di consigli, diagnosi o trattamenti medici. Pertanto è sempre necessario chiedere il parere di un medico in merito a qualsiasi domanda, condizione clinica, trattamento o argomento trattato nel presente documento. Doctorium non si assume nessuna responsabilità sull'utilizzo autonomo delle informazioni indicate.
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