Patologie delle ghiandole salivari: cause, sintomi e cure

15 Novembre 2021

Le ghiandole salivari sono adibite alla produzione della saliva. Sono collocate in bocca, in alcune zone del collo e del viso. Si dividono in ghiandole salivari maggiori e ghiandole salivari minori. Tra le maggiori abbiamo la parotide, la ghiandola sottomandibolare e la sottolinguale. Le minori invece sono localizzate nella mucosa della bocca e labbra. Nel nostro articolo vedremo quali sono le principali patologie che possono colpirle.

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Classificazione dei disturbi delle ghiandole salivari

Le varie patologie che riguardano le ghiandole salivare si possono riassumere in:

  • Alterazioni del funzionamento delle ghiandole salivari. Tra queste vi è la scarsa produzione di saliva che va a provocare secchezza delle fauci ovvero xerostomia. Alla base di questa condizione vi possono essere malattie autoimmunitarie come la Sindrome di Sjogren, il les, l’artrite reumatoide, oppure malattie infettive come HIV. D’altra parte causa di secchezza delle fauci può essere di natura farmacologica come per esempio l’assunzione di farmaci per il Parkinson, per la depressione, anti-psicotici, diuretici e sedativi oppure chemioterapici. La radioterapia invece provoca secchezza permanente. Non necessariamente però alla base della bocca secca vi sono patologie. Tale condizione può essere provocata anche da un’assunzione insufficiente di liquidi, dalla respirazione dalla bocca, dallo stress oppure dall’ansia, l’avanzare dell’età. La saliva, grazie alla sua azione pulente, previene la formazione delle carie. Chi ha perennemente la bocca secca è purtroppo più soggetto a sviluppare carie soprattutto a livello delle radici dei denti. Inoltre se la secchezza è eccessiva possono esserci problemi di deglutizione.
  • Calcolosi delle ghiandole salivari. I calcoli si possono formare dalla precipitazione dei sali contenuti nella saliva soprattutto quando si ha la bocca sempre secca. Solitamente le persone affette da calcoli ne hanno più di uno. I calcoli vanno ad ostruire i dotti che trasportano la saliva dalle ghiandole alla bocca. Tutto ciò provoca il ristagno della saliva e di conseguenza il rigonfiamento della ghiandola che inizia a fare male. In queste condizioni è molto facile che si sviluppi un’infezione batterica della ghiandola. Il dolore e il gonfiore tendono ad aumentare notevolmente dopo i pasti perché le ghiandole vengono maggiormente stimolate nella produzione della saliva che a causa dell’ostruzione non riesce ad essere espulsa.
  • Infezione delle ghiandole salivari o scialoadenite. Le infezioni si sviluppano più spesso tra i 50 e i 60 anni d’età nelle persone che soffrono di bocca secca. La più comune è la parotite ovvero gli orecchioni. Si tratta di un’infezione virale. Le persone che invece sviluppano un’infezione batterica (il microrganismo più frequente è lo Staphylococcus aureus) presentano solitamente dolore, febbre e brividi, gonfiore sul viso, la cute è eritematosa e gonfia, si può formare anche un ascesso.
  • Edema delle ghiandole salivari. Il gonfiore delle ghiandole si può sviluppare in varie condizioni. Può essere conseguenza di un’infezione batterica che colpisce i denti o le tonsille. Oppure si può avere se si sviluppa una neoplasia come un carcinoma. In quest’ultimo caso la ghiandola è molto dura e ben salda ai tessuti circostanti.

Diagnosi delle patologie delle ghiandole salivari

I metodi diagnostici che si possono impiegare per studiare le ghiandole salivari sono:

  • Biopsia, serve soprattutto per capire la causa dell’edema quando se ne sospetta la natura neoplastica;
  • Endoscopia, aiuta a disostruire i dotti che sono bloccati dai calcoli;
  • Diagnostica per immagini, l’ecografia, la tac, le risonanza magnetica e la scialografia sono tecniche maggiormente impiegate
  • Coltura di pus dal dotto della ghiandola salivare quando si sospetta un’infezione

Cosa fare quando si ha la bocca secca?

Si raccomanda di:

  • Evitare farmaci che riducono la produzione di saliva;
  • Aumentare l’assunzione di liquidi nel corso della giornata;
  • Lavare i denti e passare il filo interdentale;
  • Effettuare un controllo dal dentista ogni 3 mesi e fare una pulizia dentale;
  • Sciacquare la bocca con un collutorio a base di fluoro.

In particolari condizioni si può ricorrere alla terapia farmacologica per alleviare i sintomi della secchezza usando per esempio farmaci che aumentano la produzione di saliva, come cevimelina o pilocarpina.

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Per alleviare il dolore dovuto alla presenza dei calcoli delle ghiandole salivari si possono assumere antidolorifici. È consigliabile inoltre applicare impacchi caldi e assumere del succo di limone.

Fonti:
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