La marcia atopica: cos’è e si può fermare la marcia atopica o dell’allergia

9 Ottobre 2020

Dott. Giuseppe Pingitore

Il termine “marcia allergica” è utilizzato per descrivere la tipica progressione delle manifestazioni cliniche del paziente allergico. 

La malattia allergica subisce cambiamenti dinamici nel tempo e, nelle varie età della vita, alcune nuove manifestazioni compaiono e altre diminuiscono fino a sparire. Il più delle volte, anche se non sempre, esordisce nei primi anni di vita con allergia verso gli alimenti e/o dermatite atopica; negli anni successivi si assiste frequentemente ad una spontanea guarigione di queste manifestazioni e al contestuale sviluppo di nuove patologie, quali asma bronchiale e rinite allergica.

La dermatite atopica è generalmente la prima manifestazione dell’allergia; l’epoca maggiormente interessata è compresa fra il terzo mese e il terzo anno di vita. La rinite allergica, soprattutto stagionale, è molto rara nei primi due anni di vita. Il respiro sibilante di tipo asmatico, al contrario, è piuttosto frequente nei primi mesi.

Nei 2/3 dei casi, tuttavia, è transitorio e si risolve spontaneamente entro i primi 5-6 anni. La precoce sensibilizzazione verso allergeni inalanti, acari della polvere in particolare, e l’esistenza di una familiarità positiva per atopia nei familiari di primo grado, aumentano la probabilità della persistenza del respiro sibilante e del successivo sviluppo dell’asma.

Nei bambini affetti da dermatite atopica è presente un deficit della funzione di barriera, che la cute normalmente esercita, dovuto prevalentemente a fattori genetici; ciò comporta sia un’aumentata perdita di acqua, con la conseguente secchezza cutanea tipica di questa patologia, sia un’aumentata permeabilità dell’epidermide agli agenti esterni (agenti infettivi, allergeni) in grado di favorire o innescare a livello cutaneo il processo infiammatorio responsabile del quadro istopatologico e clinico della dermatite atopica.

L’articolo passa in rassegna le attuali evidenze della letteratura circa la possibilità di rallentare o fermare, attraverso interventi di prevenzione primaria o secondaria, la progressione dell’allergia.

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