Acne e Maskne: cosa sono, come si manifestano e trattamenti contro l’acne
14 Gennaio 2021
L’acne vulgaris è una comune malattia infiammatoria cronica della pelle. È una malattia che colpisce le unità pilosebacee della pelle. È caratterizzata dalla presenza di comedoni aperti (punti neri), comedoni chiusi (punti bianchi) e lesioni infiammatorie come noduli, pustole e papule. Interessa circa l’80% dei giovani adulti e degli adolescenti. Recentemente l’acne è stata osservata anche in pazienti più giovani del solito a causa dell’inizio precoce della pubertà.
È più comune nelle ragazze nella fascia di età di 12 anni e nei ragazzi nella fascia di età di 15 anni. Nella maggior parte dei casi, l’acne scompare entro i primi vent’anni. In alcuni casi può persistere nell’età adulta, cosa che di solito si verifica più spesso nelle donne.
L’acne ha molti effetti negativi sui giovani adolescenti. Provoca disagio, stress emotivo, deturpazione e persino cicatrici permanenti sulla pelle. Può anche causare ansia e imbarazzo e può diminuire il benessere fisiologico e sociale.
Diversi fattori possono indurne lo sviluppo o aumentarne la gravità. Tra questi abbiamo fattori genetici, il sesso maschile, la giovinezza, lo stress e il fumo, nonché farmaci comedogenici come androgeni, alogeni, corticosteroidi e cosmetici che ostruiscono i pori. Ricerche passate suggeriscono che l’influenza genetica combinata con gli ormoni comedogenici (specialmente gli androgeni) inducano la produzione di sebo in eccesso che contribuisce allo sviluppo delle lesioni dell’acne.
Per via della pandemia Covid-19 si è vista una esacerbazione dell’acne a causa dell’impiego della mascherina. È stato coniato pertanto il termine “Maskne”.
Nell’articolo illustreremo le cause responsabili dell’insorgenza dell’acne e maskne e i possibili rimedi.
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Come si sviluppa l’acne
L’acne colpisce le unità pilosebacee della pelle. Le lesioni che ne derivano si presentano più spesso sul viso, sul torace, sulla parte superiore della schiena e sulle braccia. Tali zone sono infatti note per avere un’alta densità di ghiandole sebacee.
I quattro principali fattori patologici coinvolti nello sviluppo dell’acne sono:
- L’aumento della produzione di sebo;
- La desquamazione follicolare irregolare;
- La proliferazione di Propionibacterium acnes;
- L’infiammazione dell’area.
Gli ormoni androgeni (soprattutto il testosterone) stimolano una maggiore produzione e secrezione di sebo. L’aumento della produzione di sebo è direttamente correlato alla gravità e all’insorgenza delle lesioni acneiche e per questo motivo è un fattore importante da tenere in considerazione quando si tratta di pazienti affetti da Acne vulgaris.
Come si formano i punti neri/bianchi o comedoni chiusi/aperti
I cheratinociti nei follicoli normali vengono solitamente rilasciati nel lume come singole cellule che vengono poi escrete. Nei pazienti con acne, si verifica un’iper-proliferazione dei cheratinociti che non vengono eliminati come dovrebbero, il che si traduce nella raccolta dei corneociti desquamati anormali nel follicolo sebaceo insieme ad altri lipidi e monofilamenti.
Questo fenomeno provoca la comedogenesi. All’inizio si forma un microcomedone come la prima lesione microscopica. Questo va ad occludere il follicolo ed è il precursore delle altre lesioni dell’acne. Il microcomedone si riempie gradualmente di lipidi e monofilamenti e pian piano dà vita ad un comedone non infiammatorio visibile e poi ad una lesione infiammatoria.
I comedoni sono indicati come punti neri (comedoni aperti) quando sono dilatati sulla superficie della pelle. Appaiono come puntini nerastri sulla pelle e sono pieni di sebo e cheratinociti desquamati. Oppure possono formarsi punti bianchi (comedoni chiusi) che appaiono come una protuberanza bianca sotto la superficie della pelle senza pori aperti. Se il sebo continua ad accumularsi, il comedone chiuso continuerà ad espandersi e potrebbe rompersi nel tessuto circostante.
Il ruolo dei batteri
La microflora presente in un normale follicolo sebaceo è qualitativamente simile a quella riscontrata nei comedoni. Ciò include tre gruppi coesistenti di batteri, vale a dire:
- Stafilococchi coagulasi negativi (Staphylococcus epidermidis);
- Difteroidi anaerobici (Propionibacterium acnes e Propionibacterium granulosum);
- Lieviti lipofili (specie Pityrosporum).
- acnes sembra essere l’organismo che più probabilmente causa l’acne vulgaris ed è quindi il bersaglio di trattamenti antibiotici orali e topici. Si tratta di un patogeno gram-positivo anaerobico che colonizza i follicoli sebacei. È generalmente più diffuso nelle aree della pelle che sono densamente ricche di follicoli sebacei. Qui si producono grandi volumi di sebo che forniscono un ambiente anaerobico ricco di lipidi che è ottimale per P. acnes. Questo agente può contribuire all’ostruzione follicolare, ma non tutti gli individui sviluppano l’acne per via delle differenze nella risposta immunitaria individuale al patogeno. Secondo gli Autori McInturff e Kim P. acnes produce un enzima lipasi che metabolizza i trigliceridi del sebo in glicerolo e acidi grassi, che a loro volta possono aiutare nella formazione di comedoni e nell’infiammazione che ne consegue.
- acnes ha un effetto altamente infiammatorio che può innescare il rilascio di fattori chemiostatici come linfociti, neutrofili e macrofagi. Questi fattori possono causare danni follicolari, rottura e fuoriuscita di batteri, acidi grassi e lipidi nel derma circostante. Questo processo darà origine a lesioni infiammatorie (pustole, noduli, cisti e papule). Le lesioni infiammatorie sono piene di pus e sono più grandi delle lesioni non infiammatorie. Inoltre è stato scoperto che i neutrofili generano specie reattive dell’ossigeno (ROS) che contribuiscono parzialmente all’infiammazione dell’acne danneggiando l’epitelio follicolare. Questo porta all’espulsione del contenuto follicolare nel derma che di conseguenza provoca diversi processi infiammatori.
La diagnosi dell’acne è semplice e diretta. Si fa diagnosi differenziale con la rosacea (priva di comedoni), follicolite, dermatite ed eruzioni indotte da farmaci.
Attuale trattamento dell’acne
L’obiettivo principale della terapia dell’acne è trattare le lesioni acneiche esistenti, prevenire il più possibile cicatrici permanenti, limitare la durata del disturbo e ridurre al minimo la morbilità. Il paziente deve essere informato sugli obiettivi e deve anche essere consapevole che possono essere necessarie 3-6 settimane prima che si possa osservare un miglioramento.
Per impostare la terapia più adatta è necessario tenere conto di una serie di fattori individuali del paziente . Alcuni di questi fattori sono l’attuale condizione medica, lo stato della malattia, la gravità delle lesioni, l’anamnesi endocrina e il trattamento a cui il paziente aderisce di più (orale o topico). L’acne infatti può essere trattata per via topica o sistemica (con farmaci orali). Altre opzioni di trattamento includono l’uso di prodotti naturali o l’uso di trattamenti non farmacologici. Tuttavia, un trattamento combinato che prende di mira più di uno dei meccanismi di patogenesi dell’acne ha spesso successo.
Trattamento topico
I prodotti topici hanno il vantaggio di essere applicati direttamente sulla zona interessata, diminuendo così l’assorbimento sistemico e aumentando l’esposizione delle unità pilosebacee al trattamento. Tuttavia, uno dei principali effetti collaterali dei prodotti anti-acne applicati localmente è l’irritazione della pelle. I preparati per l’applicazione topica sono disponibili in varie formulazioni, comprese creme, gel, lozioni, soluzioni e lavaggi.
La terapia topica si basa sul tipo e sulla gravità dell’acne. L’acne lieve viene spesso trattata con retinoidi topici o una varietà di trattamenti diversi come acido azelaico, acido salicilico e perossido di benzoile. L’acne infiammatoria da lieve a moderata può essere trattata con agenti antinfiammatori topici e antibiotici topici. I diversi farmaci topici anti-acne prendono di mira diversi fattori fisiopatologici.
Retinoidi
I retinoidi topici possono essere utilizzati come monoterapia per l’acne infiammatoria, in combinazione con forme più gravi di acne o come trattamento di mantenimento. Generalmente controllano la formazione di microcomedoni, riducono la formazione di lesioni e comedoni esistenti, diminuiscono la produzione di sebo e normalizzano la desquamazione dell’epitelio. Possono anche mostrare proprietà antinfiammatorie.
Gli Autori Gollnick e Krautheim hanno fornito i seguenti suggerimenti sull’uso dei retinoidi topici:
- L’uso dei retinoidi topici è vitale per la terapia di mantenimento;
- I retinoidi possono riparare le cicatrici e l’iperpigmentazione della pelle;
- Questa classe di farmaci dovrebbe essere la prima scelta di trattamento per la maggior parte dei tipi di acne;
- La combinazione con antimicrobici topici è più efficace nell’acne infiammatoria.
Un effetto collaterale comune durante le prime settimane di trattamento topico con retinoidi è una riacutizzazione dell’acne, poi man mano si hanno i miglioramenti.
Tra i retinoidi abbiamo:
- Tretinoina: è una forma di vitamina A. È un agente comedolitico standard utilizzato nel trattamento dell’acne per regolarizzare la desquamazione dell’epitelio, che previene il blocco delle unità pilosebacee. Inoltre sembra avere proprietà antinfiammatorie. È stato un trattamento topico per l’acne da oltre tre decenni.
- Adapalene: è un analogo sintetico dei retinoidi. Normalizza la differenziazione cellulare dell’epitelio follicolare e previene la formazione di comedoni. Mostra anche un’azione antinfiammatoria sulle lesioni acneiche.
- Tazarotene: è un pro-farmaco acetilenico sintetico che viene convertito in acido tazarotenico nei cheratinociti. È uno dei retinoidi più recenti utilizzati per il trattamento dell’acne. Colpisce la differenziazione e la proliferazione dei cheratinociti nel tessuto epiteliale e può anche mostrare proprietà antinfiammatorie. È considerato un trattamento di seconda linea dopo che non è stata osservata alcuna risposta dopo un precedente trattamento con tretinoina o adapalene, poiché può causare irritazione cutanea nei pazienti con acne.
- Altri retinoidi usati per il trattamento topico dell’acne includono isotretinoina, retinoil β-glucuronide e motretinide.
Antibiotici
Gli antibiotici topici sono generalmente usati per l’acne infiammatoria da lieve a moderata. Hanno attività contro P. acnes, e quindi agiscono sulla superficie della pelle per ridurre lo stimolo infiammatorio delle lesioni.
Gli antibiotici topici più popolari utilizzati nel trattamento dell’acne sono l’eritromicina e la clindamicina, ma, negli ultimi anni, l’uso continuo di questi antibiotici ha portato al crescente sviluppo di resistenza contro i ceppi di P. acnes. Pertanto, si raccomanda di utilizzare la monoterapia con antibiotici topici solo per un breve periodo di tempo (12 settimane) e di combinare gli antibiotici con perossido di benzoile, zinco o retinoidi per prevenire la resistenza batterica. Invece l’uso di antibiotici orali e topici in combinazione per curare l’acne dovrebbe essere evitato. Tra questi abbiamo:
- L’eritromicina è un antibiotico macrolidico che si lega all’unità ribosomiale 50S del batterio e previene la traslocazione, necessaria per la sintesi proteica dei batteri. È attivo contro P. acnes e riduce la colonia sulla superficie della pelle e all’interno dei follicoli. È stato considerato un antibiotico topico molto efficace nella terapia dell’acne, ma recentemente è stato scoperto che l’eritromicina è resistente fino al 60% a P. acnes, il che la rende meno adatta. Ciò ha suscitato interesse per lo sviluppo futuro di altri antibiotici topici.
- La clindamicina è classificata come antibiotico della categoria dei lincosamidi. È un derivato semisintetico dell’agente antimicrobico, la lincomicina. La clindamicina si lega alla subunità ribosomiale 50S e inibisce la sintesi proteica dei batteri e come con l’eritromicina; inibisce anche P. acnes sulla superficie della pelle.
Trattamento sistemico
Il trattamento sistemico orale è necessario quando l’acne è resistente al trattamento topico o se si manifesta come lesioni nodulari o lascia cicatrici. È la scelta preferita nel trattamento delle lesioni infiammatorie. Il trattamento sistemico più comune comprende:
- Isotretinoina è un retinoide sistemico e un derivato della vitamina A. Attualmente viene utilizzata come trattamento di prima linea per l’acne nodulare o infiammatoria grave ed è l’unico farmaco che ha la capacità di sopprimere l’acne nel lungo termine. È anche considerato un trattamento di prima linea nell’acne grave del viso e del tronco, acne che causa cicatrici e acne che causa complicazioni psicologiche. Attualmente, l’isotretinoina è l’unico farmaco disponibile che ha un effetto su tutti e quattro i fattori patogeni dell’acne. L’isotretinoina provoca la de-differenziazione della ghiandola sebacea, diminuendo la produzione di sebo che porterà ad un cambiamento nell’ecosistema della flora batterica cutanea, riducendo in definitiva la colonizzazione di P. acnes nei follicoli. Inoltre provoca la perdita dei cheratinociti. Il trattamento con isotretinoina dura normalmente da 16 a 24 settimane. È necessario monitorare attentamente i pazienti che usano isotretinoina a causa dei suoi effetti collaterali.
- Antibiotici orali sono generalmente indicati per l’acne infiammatoria da moderata a grave, per l’acne che mostra resistenza a precedenti trattamenti topici o per l’acne che copre un’ampia superficie del corpo. Gli antibiotici che si usano sono i macrolidi (eritromicina, clindamicina, azitromicina e roxitromicina), i fluorochinoloni (levofloxacina), le tetracicline (doxiciclina, minociclina e lymeciclina) e il cotrimossazolo. Questi agenti antimicrobici inibiscono la crescita di P. acnes e la sintesi di mediatori infiammatori rilasciati da P. acnes. Il successo del trattamento antibiotico si basa sulla capacità dell’agente di raggiungere l’ambiente lipidico dei follicoli pilosebacei nel derma, che è l’area in cui colonizza P. acnes. Le tetracicline sono molto usate perché sono efficaci e poco costose. La doxiciclina e la minociclina sono le preferite perché provocano meno irritazione gastrointestinale e sono più liposolubili quindi penetrano nel follicolo pilosebaceo più efficacemente. La famiglia delle tetracicline mostra proprietà sia antinfiammatorie che antibatteriche. Inoltre, è stata segnalata una minore resistenza in P. acnes con le tetracicline rispetto ai macrolidi. Poiché questi antibiotici vengono utilizzati ripetutamente a basse dosi per lunghi periodi di tempo durante il trattamento dell’acne, nel tempo si è sviluppata una resistenza crescente che ha portato a un uso limitato di questi agenti. Per ridurre la resistenza e migliorare l’efficacia, gli antibiotici orali dovrebbero essere combinati con perossido di benzoile topico o retinoidi. Inoltre, la durata del trattamento non deve superare le 12 settimane quando possibile. È stato anche suggerito che se un paziente è un buon candidato per il trattamento con isotretinoina, il trattamento antibiotico a lungo termine non è fattibile.
- Agenti ormonali: le ghiandole sebacee dipendono dagli androgeni e quindi l’effetto degli androgeni sulle ghiandole sebacee può essere trattato con la terapia ormonale. Questi ormoni sono più comunemente somministrati sotto forma di pillole contraccettive orali. Gli ormoni contraccettivi riducono la produzione di sebo inizialmente indotta dagli androgeni. Aumentano la sintesi della globulina legante gli ormoni sessuali che a sua volta riduce il testosterone libero biologicamente attivo nel corpo femminile. Sebbene tutti i contraccettivi possano essere usati per trattare l’acne correlata agli ormoni, i progestinici sono generalmente preferiti perché non possiedono attività androgenica. I contraccettivi orali possono essere usati da soli o in combinazione con altre terapie per curare l’acne nelle donne. Il periodo di trattamento dell’acne con anti-androgeni ormonali deve essere di almeno 12 mesi e spesso anche più lungo poiché l’effetto favorevole degli agenti ormonali sarà visibile solo dopo 3-6 mesi di trattamento. Lo spironolattone è un farmaco alternativo che può anche essere combinato con contraccettivi orali nel trattamento dell’acne correlata agli ormoni. Il suo meccanismo si basa sul fatto che è un bloccante del recettore degli androgeni. È particolarmente efficace per i pazienti con acne infiammatoria.
Maskne ovvero l’acne da mascherina
Il termine “Maskne” è stato coniato recentemente per indicare lo sviluppo o l’aggravamento di una serie di problematiche della pelle in associazione all’utilizzo della mascherine protettive contro SARS-CoV2.
La Pandemia Covid-19 ha costretto tutta la popolazione ad impiegare dispositivi individuali di protezione al fine di prevenire il contagio. Purtroppo l’utilizzo protratto per tante ore al giorno ha portato ad una importante esacerbazione delle lesione acneiche proprio nelle zone del viso dove poggia la mascherina.
L’attrito costante della mascherina contro il viso, l’ambiente umido che si crea per via degli atti respiratori e la conseguente maggiore proliferazione dei batteri sono i principali fattori alla base del fenomeno. Lo sfregamento della cute per molte ore provoca microlesioni della pelle che permettono ai batteri, che profileranno in maggiore quantità per via del microambiente che si crea, di penetrare più in profondità nella pelle. Sporco e sebo si accumulano maggiormente e si sviluppa l’acne o si va a peggiorare una condizione presistente. Quindi si può sviluppare irritazione con prurito, punti neri, piccole cisti o arrossamenti lungo il contorno della mascherina sul viso o intorno alla bocca.
Per prevenire tale situazione si è visto che è molto importante detergere bene la pelle mattina e sera con prodotti delicati, evitare scrub che possano irritare ancora di più la cute e utilizzare creme idratanti con texture leggera. Sarebbe bene inoltre non impiegare prodotti eccessivamente profumati che possano avere effetti irritanti sulla pelle e non usare fondotinta e correttori sotto la mascherina.
Inoltre oltre all’esacerbazione dell’acne possono comparire sulla pelle anche altri tipi di lesioni come Nei soggetti predisposti, portare le mascherine può comportare o favorire la comparsa di altre problematiche dermatologiche, come:
- Dermatiti allergiche da contatto, si manifesta con pelle arrossata, pruriginosa e squamosa. È dovuta al materiale che costituisce la mascherina;
- Dermatite da irritazione sui punti di pressione, come naso e orecchie;
- Dermatite seborroica, si presenta rossore della pelle, desquamazioni ai lati del naso, sulle sopracciglia e dietro le orecchie;
- Rosacea;
- Nuove rughe.
Lo studio “Skin damage among health care workers managing coronavirus disease-2019” pubblicato nel maggio 2020 su “Journal of American Academy of Dermatology” ha dimostrato che coloro che usano per più di otto ore consecutive al giorno la mascherina presentano soprattutto alle guance e al naso:
- Prurito;
- Secchezza cutanea;
- Gonfiore e dolore;
- Rossore;
- Desquamazione;
- Lesioni acneiche.
Comunque se compaiono lesioni cutanee che difficilmente si riesce a risolvere con gli accorgimenti sopracitati è bene rivolgersi ad un dermatologo al fine di individuare la terapia più adatta continuando ovviamente a proteggersi e a proteggere gli altri efficacemente dal contagio SARS-CoV2.
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