
Scegli giorno e orario
e richiedi il tuo appuntamento
Richiedi il tuo consulto urgente
Il Dott. Accardo si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Messina e si è specializzato in Ortopedia e Traumatologia presso il medesimo ateneo.
Ha prestato servizio presso la Libera Università Campus Bio-Medico di Roma, presso la U.O.C. diretta dal Chiar.mo Prof. Fabrizio Salvinelli, dove ha svolto attività clinico – chirurgica e di ricerca scientifica.
Ha effettuato un periodo di Internato presso il Dipartimento di Ortopedia e Traumatologia (Policlinico Universitario di Messina).
Attualmente presta servizio come Libero Professionista Specialista in Ortopedia e Traumatologia e Chirurgo Ortopedico.
Aree di interesse
- Patologie ortopediche
- Visita ortopedica
- Chirurgia ortopedica
- Chirurgia protesica di anca e ginocchio
- Terapia infiltrativa
- Patologie dell’anca, del ginocchio e della spalla
Consulti online su
- Patologie ortopediche
- Disturbi dell’accrescimento scheletrico
- Patologie dell’anca
- Coxoartosi (artrosi dell’anca)
- Gonartrosi (artrosi del ginocchio)
- Principali patologie del piede
- Patologie dell’anca, del ginocchio e della spalla
- Artrosi concentrica ed eccentrica della spalla
- Lombosciatalgia ed ernia discale
- Traumatologia dello sport
- Lesioni meniscali
- Rotture legamenti crociati
- Rotture cuffia dei rotatori
- Lussazioni di spalla
- Llesioni cartilaginee
- Medicina rigenerativa articolare con cellule staminali
Le risposte del Dott. Michele Accardo agli utenti
La durata è variabile perché anche la protesi come tutti gli oggetti è soggetta ad usura, per cui più che di durata io preferisco parlare di “sopravvivenza dell’impianto”. Questa è dovuta a un insieme di fattori fra cui : intervento fatto in strutture specializzate e dedicate alla protesica; follow up nel corso degli anni a seguire, con visite programmate di controllo almeno una volta all’anno, un po’ come avviene per i tagliandi dell’auto; cura che avrà il paziente del proprio impianto (attenzione agli aumenti eccessivi di peso e soprattutto a non trascurare infezioni di altri distretti, soprattutto denti e vie urinarie, che, se causate da batteri patogeni possono migrare nel sangue e raggiungere la protesi).
Il giorno stesso verrà messo in piedi se farà l’intervento col protocollo fast-track (anestesia spinale leggera, niente catetere, niente drenaggio, solo farmaci per bocca etc.), altrimenti il giorno dopo se lo farà col protocollo standard.
Nella maggior parte degli interventi artroscopici o protesici utilizzo l’anestesia spinale o locale, preferisco l’anestesia generale negli interventi di protesi di spalla e soprattutto negli interventi di protesi d’anca per via anteriore perché mi garantisce un miglior rilassamento muscolare agevolandomi durante le manovre operatorie.
Se l’intervento è artroscopico avrà semplicemente 3 o 5 buchini sul sito chirurgico (anca, ginocchio, spalla, o caviglia), se invece deve fare una protesi avrà un taglio di circa 8-10cm.
Premesso che anche la via postero-laterale o laterale, che sono quelle praticate dalla maggior parte dei chirurghi ortopedici, sono valide e sicure. Consiglio la via anteriore (Heuter) perché a differenze delle altre due consente di impiantare la protesi senza tagliare alcun muscolo, i muscoli vengono semplicemente divaricati, con ovvi vantaggi di recupero funzionale soprattutto nei pazienti giovani con maggiori esigenze funzionali e ripresa spesso di molte attività sportive.
Spesso faccio eseguire al paziente una TC con un protocollo particolare qualche settimana prima dell’intervento sulla quale vado a pianificare l’intervento scegliendo sia il tipo di protesi che la taglia più adatta e sulla quale vado studiare su un apposito modello 3D le possibili criticità e a ridurre notevolmente i tempi operatori.
L’allergia non è ereditaria. Se il genitore è un soggetto allergico non è detto che lo sia anche suo figlio. C’è però una percentuale di rischio che aumenta in relazione al numero di parenti di primo grado collegati al paziente. Banalmente, se entrambi i genitori sono allergici il rischio che lo siano anche i figli sale al 50%. Se il soggetto, in questo caso il bambino, ha sia i genitori che un fratello allergici, svilupperà una probabilità di diventare allergico all’80%. Quindi, l’allergia non si eredita, ma si eredita una tendenza a sviluppare malattie allergiche.