Nutrizionista

Dott.ssa Simona Villa

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La Dott.ssa Simona Villa si è laureata in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Milano e si è specializzata in Scienza dell’Alimentazione ad indirizzo dietologico e dietoterapico presso il medesimo istituto.

Grazie a 25 anni di esperienza nell’ambito della nutrizione clinica e della dietologia ha sviluppato doti di empatia, capacità di ascolto attivo e di comunicazione interpersonale, in una disciplina che coinvolge non solo l’aspetto clinico- nutrizionale del paziente ma anche quello psicologico ed emotivo .

E’ stata per 15 anni titolare dello Studio Dietologico Nutrizionale e del Comportamento Alimentare, nato dall’esigenza di offrire un intervento mirato ed una gestione multidisciplinare integrata del paziente con problematiche nutrizionali. In qust’ottica ha collaborato con personal trainers, osteopati e fisioterapisti, psicologi , psicoterapeuti ed esperti nell’ambito della medicina estetica.

Negli stessi anni ha gestito in qualità di libera professionista l’ambulatorio di dietologia c/o Policlinico di Monza e Verano (Istituto di ricovero e cura ad alta specializzazione) dedicandosi in particolare a sovrappeso, obesità e patologie ad esse correlate.

Attualmente si dedica alla dietologia e nutrizione online , avendo cura di svolgere non solo un’attività di consulenza personalizzata, ma anche di educazione alimentare rivolta al pubblico dei social.

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Una delle domande più frequenti nel corso di una visita nutrizionistica è : “dottoressa, qual è il mio peso ideale e

riuscirò a raggiungerlo?”.

Facciamo ora un passo indietro e vediamo cos'è il peso ideale: è un valore teorico e viene universalmente calcolato utilizzando il BMI (Body Mass Index).
Il BMI si ottiene con una formula matematica, dividendo il peso in kg per il quadrato dell'altezza espressa in metri. Il peso ideale è quello che corrisponde ad un BMI di 22,5

Vediamo ora due esempi:

1) donna alta 166 cm che pesi 70 kg BMI : 70 /(1,66 x 1,66) = 25,45 peso ideale: 62 kg
2) donna alta 155 cm che pesi 80 kg BMI : 80/ (1,55 x 1,55) = 33,33

peso ideale : 54,05

Se nel primo caso il peso ideale può essere ragionevolmente raggiunto, nel secondo caso ciò è certo più difficile. Dunque il peso ideale va preso un pò con le pinze, anche perchè si basa solo sul rapporto peso e altezza, senza considerare parametri soggettivi importanti, come sesso, età, peso reale, costituzione e composizione corporea, tipologia di distribuzione del grasso, livello di attività fisica, storia ponderale e situazione clinica del paziente.
Quindi, più che di peso ideale, preferisco parlare di peso desiderabile, che, considerando tutti gli elementi soggettivi, è quel peso relisticamente raggiungibile, che può essere mantenuto nel tempo e che consente al paziente di sentirsi bene con se stesso e di migliorare parametri spesso alterati come pressione arteriosa, valori di glicemia e colesterolemia. Peraltro, concentrarsi su un peso irrealistico come può essere spesso quello ideale genera nel paziente un sentimento di frustrazione e di scoraggiamento che si rivelano controproducenti nel percorso nutrizionale-terapeutico che si va ad intaprendere. In tale percorso è più funzionale porsi obiettivi più vicini, impegnandosi a raggiungerli con costanza e pazienza, passo dopo passo .

Da queste considerazioni nasce spontanea la seconda domanda.

 

E' ormai noto che anche cali ponderali modesti possono avere un impatto positivo sullo stato generale di salute e sulla sensazione di benessere psico-fisica. Un obiettivo sano e realistico di un percorso dietologico in persone in sovrappeso od obese è quello di indurre una perdita di peso pari a circa il 10% - 15% del peso di partenza.
Già questa percentuale di perdita di peso induce migloramenti significativi su parametri importanti come la glicemia e l'Hb glicata, il profilo lipidico ed epatico, la pressione arteriosa , la sindrome delle apnee notturne. Ed è importante sottolineare che questi sono tutti fattori di rischio cardiovascolare. Non solo, ma ha un impatto positivo sulla sensazione di benessere generale , facilitando spesso la ripresa di attività fisica e sportiva e creando in questo modo un circolo virtuoso che si autoalimenta.

Un altro punto da sottolineare, spesso trascurato, è che è determinante poter mantenere nel tempo il peso raggiunto, evitando la sindrome yo-yo, e ciò avviene più facilmente quando la perdita di peso non è stata eccessiva.

Il modo più importante per aumentare il metabolismo (oltre naturalmente seguire un piano alimentare bilanciato) è incrementare la massa magra, poichè il muscolo consuma molto di più del tessuto adiposo e svolgere attività fisica. Il consumo energetico non solo aumenta durante la sessione di attività fisica, ma tende anche a rimanere più elevato nelle ore successive.

Per ottenere i risultati migliori è necessario svolgere un'attività mista, cioè sia di tonificazione (pesi, macchine, corpo libero ) che di tipo aerobico ( camminata, corsa, cyclette, nuoto) .
Sono consigliati almeno 2 o 3 allenamenti a settimana, di circa 45 minuti, alternando i due tipi di attività o giornalmente o all'interno della stessa seduta. In questo caso è meglio iniziare con la tonificazione e concludere con l'attività aerobica.

Durante quest' ultima è bene dotarsi di un cardiofrequenzimetro e mantenere la frequenza cardiaca intorno al 70-75% della fc massima per almeno 30 minuti . Oltre all'attività fisica strutturata si può anche cercare di condurre uno stile di vita attivo, ad esempio facendo le scale o parcheggiando un pò più distante.

Per accelerare il metabolismo si possono infine adottare anche altre buoni abitudini, che apparentemente sono meno importanti ma che invece aiutano, come mantenere uno stato di idratazione ottimale, evitare di saltare i pasti, fare pasti frequenti e non eccessivi, consumare di tanto in tanto cibi piccanti, dormire a sufficienza. Per raggiungere uno stato di tranquillità ed armonia ci si può aiutare anche con la meditazione, lo yoga, il contatto con la natura e ritagliarsi momenti di relax con amici e parenti e con i propri hobby preferiti.

Questa domanda sottintende un approccio errato al percorso nutrizionale in quanto separa un periodo di dieta/restrizione da uno di non dieta (e quindi spesso alimentazione poco regolare e squilibrata).
Preferisco considerare la dieta come un momento finalizzato sì a perdere peso, ma anche ad acquisire abitudini alimentari corrette che consentano di gestire poi anche autonomamente un tipo alimentazione equilibrata a vita, se si desidera mantenere un buono stato di salute.

La pizza viene generalmente concessa nelle diete, si può introdurre nel piano alimentare una volta a settimana e sostituisce il pranzo o la cena. E' però importante scegliere la pizza tra quelle meno caloriche, ad es. la marinara o la pizza alle verdure. Eventualmente si può optare per una pizza integrale, con mozzarella light o ricotta e condirla a crudo con un filo di olio extravergine d'oliva. Meglio evitare pizze che abbondino di formaggio e salumi e in generale pizze troppo elaborate che non solo appesantiscono il processo digestivo ma diventano troppo caloriche.

La pizza è un piatto completo e quindi è meglio non aggiungere altro nello stesso pasto, come antipasti o dolci e concludere eventualmente con una macedonia, un piattino di fragole , una fetta di ananas o al limite un sorbetto al limone. E preferibile consumarla a pranzo, ma non è tassativo anche se è meglio evitare la sera troppo tardi. Un'altra strategia che si può adottare è quella di non inserire carboidrati nell'altro pasto della giornata, prediligendo proteine come carni bianche o pesce accompagnate da una porzione di verdure.

Ricordiamoci che la pizza è un piatto tipico della cucina italiana amato da tutti e che "mangiare una pizza" rappresenta anche un momento di appagamento e di convivialità, a cui, con i dovuti accorgimenti, non si deve rinunciare neppure se si è a dieta.

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