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Endocrinologo

Dott.ssa Giulia Izzo

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La Dott.ssa Giulia Izzo è una specialista in Endocrinologia e Malattie del Metabolismo, con interesse clinico e scientifico per la medicina della sessualità e della riproduzione.

Ha conseguito la Laurea in Medicina e Chirurgia nel 2014 presso l’Università di Salerno. Si è poi specializzata in Endocrinologia e Malattie del Metabolismo nel 2019 presso l’Università di Catania-Sede Aggregata di Catanzaro. Successivamente, ha proseguito la sua attività in qualità di assegnista di ricerca e cultore della materia in Endocrinologia presso l’Università Magna Græcia di Catanzaro.

Nel 2019 ha iniziato il proprio percorso formativo ecografico presso la Scuola di Ecografia Andrologia Maestri SIAMS (SIEAMS) e nel 2020 ha conseguito il Diploma di Perfezionamento Universitario in Diete e Terapie Nutrizionali Chetogeniche (NUTRIKETO) presso l’Università di Salerno.

Attualmente è dottoranda di ricerca in Medicina Traslazionale e Clinica presso l’Università di Salerno e collaboratrice presso la U.O.C. Clinica Endocrinologica e Diabetologica dell’A.O.U. San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno nell’ambito del progetto “Ambulatorio nutrizionale per il paziente diabetico in età evolutiva”.

La Dott.ssa Giulia Izzo ricopre la carica di Segretario AndroYoung della Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità (SIAMS)-Sezione Calabria ed è membro della Commissione Nazionale AndroYoung SIAMS; inoltre, è socio ordinario della Società Italiana di Endocrinologia (SIE), della Società Italiana dell’Obesità (SIO), dell’European Society for Sexual Medicine (ESSM) e dell’International Society for Sexual Medicine (ISSM).

È autrice e coautrice di pubblicazioni scientifiche nell’ambito dell’ipogonadismo maschile, della disfunzione erettile e dell’infertilità maschile, dell’endocrinologia geriatrica, della neuropsicoendocrinologia, dell’ipopituitarismo post traumatico, della patologia tiroidea e delle scienze motorie.

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L’incremento ponderale è determinato da diversi fattori, tra cui un’alimentazione scorretta e una scarsa attività fisica. Spesso i problemi di peso vengono attribuiti alla tiroide, anche se una disfunzione tiroidea (ipotiroidismo) può esserne causa solo in una piccola percentuale dei casi. Inoltre, nella maggior parte dei casi, l’eventuale ipotiroidismo è di lieve entità ed incide in minima parte sul peso corporeo. Il dosaggio di TSH, FT3, FT4 permette di valutare la funzionalità tiroidea e chiarirne l’impatto sul metabolismo.

La positività degli anticorpi anti-tireoperossidasi (AbTPO) e anti-tireoglobulina (AbTG) indica la presenza della tiroidite di Hashimoto o tiroidite cronica autoimmune. Questa è una delle più comuni e frequenti patologie benigne tiroidee e può associarsi ad una riduzione della funzionalità tiroidea (ipotiroidismo). Livelli elevati degli autoanticorpi permettono di diagnosticare la presenza della patologia. Il dosaggio periodico di TSH, FT3, FT4 (ogni 6-12 mesi, a discrezione del proprio medico) permette di studiare la funzionalità tiroidea e di stabilire se è necessaria un’eventuale terapia.

La ginecomastia è una condizione caratterizzata dall’aumento del tessuto ghiandolare mammario nei soggetti di sesso maschile. Può interessare entrambe le mammelle o manifestarsi in maniera asimmetrica; talvolta può essere associata a dolore. È molto comune sia nell’adolescente allo sviluppo puberale (70%) sia nel maschio adulto nel corso della vita. L’aumento del volume mammario porta spesso il paziente all’osservazione dal medico, perché preoccupato del rischio di malignità o per problemi psicologici. La ginecomastia vera non va confusa con la ginecomastia falsa o pseudoginecomastia, che è caratterizzata dall’aumento del volume mammario per aumento del tessuto adiposo sottocutaneo.

Il diabete è una delle condizioni organiche maggiormente coinvolte nella patogenesi della disfunzione erettile. La prevalenza della DE nella popolazione diabetica oscilla tra il 35 e il 90% ed è strettamente legata alla durata di malattia ed alla presenza di complicanze micro e macro-vascolari. Nella popolazione diabetica, la disfunzione erettile compare più precocemente rispetto alla popolazione non diabetica (circa 10-15 anni prima) e si associa ad una peggiore qualità della vita e alla presenza di sintomi depressivi. Inoltre, la presenza di ipogonadismo, strettamente associato con obesità, insulino-resistenza e diabete tipo 2, può ulteriormente contribuire alla patogenesi della disfunzione erettile nei soggetti diabetici. Pertanto, la valutazione andrologica costituisce un aspetto centrale nella gestione dei pazienti diabetici, i quali dovrebbero rivolgersi al proprio specialista in caso di comparsa di disturbi della sfera sessuale.

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